Viviamo in un posto bellissimo - 12 luglio 2025, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove è sempre più ora di cambiare

Puntata dedicata alla necessità di modificare il mondo espressa trent’anni fa da Edoardo Sanguineti, stroncato, non per questo, ben prima di vivere gli odierni sconquassi

Edoardo Sanguineti

Edoardo Sanguineti

Ogni sabato su questa testata, poco dopo l’uscita di Posto bellissimo, arriva l’attesa intervista di Orgoglio Astigiano. Appuntamento con la curiosità terapeutica di Elisabetta Testa che, dalla prima puntata, promuovo sui social, nell’interesse condiviso di avere astigiani sempre più consapevoli di quanto si possa e debba essere orgogliosi di origini, luoghi, persone. Orgogliosi d’essere Astigiani. 

Elisabetta mi avvisa ad inizio settimana dell’intervistato di turno e io il giovedì invito alla lettura con un post, che è “dico e non dico”, per creare attenzione e voglia di scoprire l’orgoglioso della settimana. Giovedì scorso, per introdurre il giovane rivoluzionario di cui leggerete tra poco, mi è arrivato un flash che chiarisce quanto possa essere particolare l’atto creativo. Flash di una enorme lavagna, davanti, un uomo, non certo giovane, con la sigaretta al lato destro della bocca e un grosso gessetto in mano. Uomo vestito in giacca e cravatta come fosse una divisa, formale ed informale. L’uomo scrive, tutto maiuscolo a caratteri cubitali. Scrive e io ricordo. Ricordo uno dei tanti pensieri di un altro rivoluzionario. Ricordo un testo di Edoardo Sanguineti, poeta, scrittore e critico letterario, nato a Genova e lì morto nel 2010, che avevo letto appena pubblicato da Boringhieri, nel 1995: Per una critica dell'avanguardia poetica in Italia e in Francia. Letto, in tutta onestà, più per la presenza di un intervento di Jean Burgos, maestro di poetica e di analisi letteraria, che ho sempre stimato per la capacità d’insegnare a sognare meglio e a comprendere meglio chi sogna.

Il testo del mio conterraneo finiva con queste parole: “…come sarebbe bene tornare a dire anche oggi, io credo, di cambiare la vita e di modificare il mondo...”. Parole mutuate nel mio promo di Orgoglio, per accennare al giovane rivoluzionario. Giovane obbligato ad un viaggio, di cui non accenno altro per evitare di spoilerare Elisabetta. Arrivato al termine ha iniziato a scrivere di umanità e di eguaglianza. A scrivere d’amore e di prospettive. Belle prospettive di tornare a pensare come cambiare il mondo.

Davide Palazzetti

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