Torna ad incantare l’Astigiano, Roberto Vecchioni e lo fa dalla sua cattedra preferita, il palco, dopo 44 anni di carriera come insegnante, dove ha forgiato con passione menti e anime dei suo giovani allievi.
Ieri sera ad Asti Musica, “Tra il silenzio e il suono tour” i quasi 1500 spettatori, hanno seguito la “Lezione” del prof, rapiti e attenti. “Il silenzio appartiene all’immaginazione, allo spirito, all’anima, mentre il tuono appartiene a quello che ha fatto e gli è stato fatto, quindi, la vita, che pulsa molto: l’unico modo per acquietarla è rivolgersi allo spirito” .
Ricorda gli amici Massimo Cotto, paragonando la sua ironia a Ennio Flaiano e Giorgio Faletti, racconta la terra piemontese che ama, Fenoglio, Pavese, Carlin Petrini.
Il percorso musicale attraversa una lunga carriera costellata di meraviglie da “Storia e leggenda del lanciatore": “Il nonno insegna al padre e il padre al figlio il mestiere di vivere e cioè a lanciare coltelli non per fare del male, ma per disegnare, mettere a fuoco la sagoma delle persone e delle cose che si amano”; "Ti insegnerò a volare" che dedica all’astigiano Vincenzo Soverino (vicepresidente nazionale Sla), che proprio ieri sera ha festeggiato il suo 100esimo concerto di Roberto Vecchioni: “Lo seguo ovunque”, racconta.
Si commuove, il prof. cantando "Vincent" sul suicidio di Van Gogh, dedicandola anche a se stesso. Il pensiero di tutti va alla scomparsa del figlio Arrigo nel 2023. Il pubblico gli tributa una standing ovation e lui, per qualche secondo si raccoglie in silenzio.
Un dolore insopportabile per un padre. Un padre che a 82 anni ha ancora voglia di parlare d’amore e racconta molto e sempre di quanto ami la stessa donna da 45 anni.
Non manca "El bandolero stanco", viaggio di un uomo (e di ognuno di noi) attraverso le illusioni, le battaglie e i sentimenti, fino ad arrivare a una stanchezza che è più dolce consapevolezza che sconfitta; "Voglio una donna", "Le mie ragazze".
Strugge e fa pensare “Cappuccio rosso” dedicata a una soldatessa curda che scrive al suo amato lontano. Tra le tante perle spunta, a sorpresa "Velasquez", splendida canzone del 1976 “simbolo di chi osserva e dipinge la realtà, ma anche di chi prova, attraverso l’arte, a trovare un senso alle cose, a fissare i ricordi e a raccontare ciò che la vita lascia in trasparenza fra le pieghe del tempo"
Racconta della sua vicenda carceraria per aver ceduto uno spinello ad uno studente, intonando “Signor giudice”, "Il giudice di Marsala faceva il bagno e mangiava arancini, tanto cazzo gliene fregava di me. In quei 4 giorni, ho scritto una letterina che è diventata canzone per dirgli cosa pensavo".
Fa sorridere Vecchioni, raccontando quanto le persone credano che “Sogna ragazzo sogna” sia stata presentata a Sanremo 2024 (duetto con Alfa), ricordando che la canzone ha più di 25 anni
Gran finale con le attesissime (ma non le più amate da lui) Luci a San Siro e Samarcanda.