Attualità - 18 luglio 2025, 07:20

Fine vita, il Piemonte in prima linea per la legalizzazione dell'eutanasia

La regione si classifica quarta in Italia per adesioni alla proposta di legge di iniziativa popolare dell'Associazione Luca Coscioni, depositata in Senato con oltre 74mila sottoscrizioni

Fine vita, il Piemonte in prima linea per la legalizzazione dell'eutanasia

Il Piemonte si conferma tra i territori più sensibili al tema del fine vita, posizionandosi come la quarta regione più virtuosa in Italia per numero di firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l'eutanasia. Con una firma ogni 684 abitanti, la regione ha dato un contributo significativo alla campagna promossa dall'Associazione Luca Coscioni, che martedì mattina ha depositato in Senato un totale di 74.039 firme.

La raccolta, che ha visto 57.000 adesioni online in sole due settimane e altre 17.039 sottoscrizioni ai tavoli degli attivisti, ha l'obiettivo di portare in Parlamento una discussione su una legge che regoli tutte le scelte di fine vita, inclusa l'eutanasia attiva. In questa speciale classifica di partecipazione, il Piemonte è preceduto solo da Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lombardia.

La proposta di legge mira a disciplinare le procedure per richiedere assistenza medica a porre fine volontariamente alla propria vita, eliminando l'attuale discriminazione tra malati dipendenti e non da trattamenti di sostegno vitale. Per accedere alla pratica, la persona dovrebbe essere pienamente capace di intendere e di volere, affetta da una patologia irreversibile o con prognosi infausta, che causa sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili.

"Siamo grati alle persone che hanno sottoscritto la proposta di legge ‘Eutanasia legale’", dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. "Da oggi, i parlamentari italiani avranno sul tavolo un testo che rafforza ed estende i diritti che abbiamo finora strappato attraverso le disobbedienze civili e i ricorsi giudiziari. È una proposta a disposizione di tutti i parlamentari che vorranno difendere la libertà di scelta di chi soffre", hanno aggiunto.

Attualmente in Italia il "suicidio assistito" è già legale a determinate condizioni, grazie alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sul caso "Cappato-Dj Fabo". Tuttavia, la mancanza di una legge organica crea incertezze, con procedure che possono durare anni e discriminazioni verso pazienti che, a causa della loro patologia, non sono in grado di autosomministrarsi il farmaco. La nuova proposta estenderebbe quindi il diritto anche all'eutanasia per mano di un medico, con una presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale entro 30 giorni e la partecipazione volontaria dei medici.

Questa iniziativa si pone in netto contrasto con la proposta di legge presentata dal Governo, che secondo l'associazione punta a restringere drasticamente le possibilità di accesso alla morte volontaria, escludendo diverse categorie di malati e allungando le tempistiche.

Redazione


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