Il volontariato (o Terzo Settore, per dirla in maniera ufficiale) non è una ruota di scorta, un passatempo per pensionati o "sfigati" che non saprebbero come impiegare il proprio tempo libero.
Dobbiamo ribaltare la narrazione comune: chi si impegna nel Terzo Settore, sia come volontario che come professionista, non è un ingenuo idealista, ma un attore chiave del cambiamento, una figura attiva e lungimirante.
Queste affermazioni non sono soltanto una constatazione, ma un vero e proprio manifesto per una rivoluzione culturale.
Perché fare il volontario deve diventare una scelta prestigiosa, quasi oggetto di invidia. Perché tutti dovremmo desiderare di dedicare parte del proprio tempo a costruire un futuro migliore per tutti.
Eppure siamo ancora molto lontani da questi concetti. La pubblica amministrazione continua a percepire il Volontariato come un fastidio burocratico, oppure un semplice fornitore di servizi a basso costo.
E invece dagli interventi nelle calamità nell’assistenza degli anziani, dall’educazione dei piccoli alla cura dell’ambiente, dalla realizzazione di eventi culturali e sportivi alla pulizia dei sentieri, alla cura degli animali abbandonati…. Tutto è lasciato nelle mani dei volontari.
E l’elenco potrebbe continuare, all’infinito. Però, in chi ci amministra, e purtroppo anche nell'opinione pubblica, non è ancora passato il concetto di volontario come "costruttore di comunità", "custode del benessere sociale". Una persona che merita ogni onore e ogni apprezzamento.
Non importa: intanto l'esercito silenzioso dei volontari e i professionisti del Terzo Settore, continua a spendere appieno la propria forza.
A tutti loro va il nostro GRAZIE. E auguriamoci che un giorno non decidano, tutti insieme, di scioperare, perché altrimenti, questa nostra povera Italia si fermerebbe. Inesorabilmente.