Mostre - 23 luglio 2025, 07:20

Forme visionarie in mostra: le sculture e i disegni di Omedé a Costigliole

Dal 26 luglio al 31 agosto l'artista sandamianese presenta una raccolta di opere lignee e disegni di grandi dimensioni in una doppia sede espositiva

Il castello di Costigliole d'Asti, sede della mostra

Il castello di Costigliole d'Asti, sede della mostra

Il castello di Costigliole d’Asti e i suggestivi Voltoni di Montemagno Monferrato si preparano a ospitare la doppia mostra personale di Sergio Omedé, un percorso espositivo che raccoglie sculture e disegni realizzati dall'artista nell'ultimo decennio, dal 2015 al 2025. L'inaugurazione si terrà sabato 26 luglio alle 18 nelle sale del castello.

La mostra offre uno spaccato significativo della recente produzione dell'artista, nato a San Damiano d’Asti nel 1957. Le opere esposte, principalmente sculture in materia lignea affiancate da una decina di disegni di grandi dimensioni, esplorano le inquietudini del tempo presente proiettandole in un futuro denso di interrogativi. Come sottolinea Clizia Orlando, i lavori di Omedé sono intrisi di "riferimenti antropologici in evoluzioni immaginifiche ma forse non troppo lontane dalla nostra prossima

Nelle creazioni dello scultore, animali, elementi vegetali e semplici oggetti si confondono e si aggrovigliano, dando vita a forme che stimolano una profonda riflessione. I disegni non sono semplici bozzetti preparatori, ma rappresentano un "vero e proprio connubio espressivo" con la dialettica delle sculture, traducendo sul foglio bianco la stessa "vertigine di profili di proiezioni visionarie".

Il testo critico in catalogo, a cura di Walter Accigliaro, approfondisce la capacità dell'artista di scuotere l'osservatore: "Se il compito di un artista può essere anche quello di suscitare un turbamento d’animo, una riflessione profonda e spiazzante in chi osserva, allora Omedé raggiunge lo scopo", scrive lo storico dell'arte. E aggiunge: "persiste il senso che induce al ripensamento individuale sulla propria condizione".

Un elemento ricorrente e dal forte impatto simbolico nelle opere di Omedé sono le ossa umane. Accigliaro evidenzia come esse non vadano interpretate unicamente come tragici simboli funebri, ma anche come "immagini della fede nella resurrezione". Tuttavia, sottolinea il critico, nelle sculture rimane imprescindibile un "monito anatomico" che ricorda il fato e il dramma delle malattie, senza mai tralasciare il puro valore plastico e visivo del soggetto.

Formatosi alla scuola d'arte di Saluzzo e all'Accademia Albertina di Torino con Sandro Cherchi, Sergio Omedé ha una lunga carriera costellata di successi, dalla sua prima personale a Torino nel 1984 fino alla partecipazione a rassegne prestigiose come la Biennale di scultura di Asti, la Biennale internazionale del Bronzetto di Padova e Artissima. Numerose anche le commissioni pubbliche e private, tra cui le opere per la cantina "Ca' Marcanda" di Angelo Gaja, il monumento "l'Emigrante" a Savigliano e le installazioni per il Parco Paleontologico astigiano.

La mostra sarà visitabile fino al 31 agosto, il sabato e la domenica con orario 10.30-12.30 e 15-19.

Redazione

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