Attualità - 30 luglio 2025, 11:00

Mobilitazione della Conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto da parte del garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Asti e del presidente della Camera Penale di Asti

In foto: il carcere di Asti

In foto: il carcere di Asti

In qualità di garante dei diritti delle persone private della libertà personale della città di Asti e di presidente della Camera Penale di Asti, ci uniamo alla mobilitazione nazionale indetta dalla Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali per il 30 luglio “Non c’è più tempo! Bisogna fermare la strage di vite e di diritti nelle carceri Italiane!” (rilanciata anche a livello regionale dal Garante Bruno Mellano), ad un mese dall’appello fatto il 30 giugno dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro con il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, unitamente ad una rappresentanza della Polizia penitenziaria.
 

Nel suo discorso il Presidente ha sottolineato la drammatica situazione del sistema carcerario, “contrassegnato da una grave - e ormai insostenibile - condizione di sovraffollamento nonché dalle condizioni strutturali inadeguate di molti Istituti”, ribadendo che lo spazio carcerario “non può essere concepito unicamente come luogo di custodia, ma deve includere ambienti destinati alla socialità, all’affettività, alla progettualità del trattamento”. Tale situazione rende ancor più difficile il già complesso e delicato lavoro della Polizia penitenziaria da svolgersi “in conformità con la Costituzione e che non si esaurisce nella vigilanza”, difficoltà amplificate dalle carenze di organico che riguardano anche il personale educativo ed amministrativo. Per far fronte a questa situazione “Servono investimenti, necessari e lungimiranti, in modo da garantire un livello dignitoso di vita e di trattamento dei detenuti e, al contempo, migliori condizioni del lavoro […] I luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra di addestramento al crimine; né in luoghi senza speranza, ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato. Ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività, oltre a essere l’obiettivo di un impegno notoriamente, dichiaratamente costituzionale”. Il Presidente ha poi concluso denunciando il “drammatico numero di suicidi nelle carceri, che da troppo tempo non dà segni di arresto. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente (ad oggi siamo di fronte a numeri drammatici: 47 suicidi tra i detenuti e 3 tra gli agenti penitenziari).
 

Ogni giorno si consuma una sofferenza silenziosa tra le mura delle nostre carceri: sofferenza fisica, psicologica, morale. Una sofferenza che, spesso, colpisce non solo i detenuti ma anche il personale interno ed esterno, i collaboratori ed i volontari. Sono necessari, come ribadito dal Presidente, interventi concreti, per il miglioramento delle strutture e l’adeguamento degli organici del personale, in particolare di quello educativo, troppo spesso in numero ridotto e sovraccarico di lavoro, per l'implementazione dei programmi rieducativi e di reinserimento, coerentemente con la finalità della pena prevista dall’art. 27 della Costituzione. Bisogna ricordare, infatti che la situazione di sovraffollamento, su cui occorrerebbe intervenire con provvedimenti urgenti, combinata alle carenze di personale, rischia di determinare una situazione di “affanno” degli Istituti, ripercuotendosi su diversi ambiti ed in particolare sulla possibilità di sviluppare al meglio le attività trattamentali
 

La responsabilità di cambiare rotta è di tutti. È quindi necessario consolidare e sviluppare le collaborazioni, spesso già attive, tra le istituzioni, il mondo dell'associazionismo e la società civile per affrontare efficacemente l'emergenza carceri e garantire il rispetto dei diritti umani all'interno degli istituti penitenziari.
 

Come Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Asti e come Presidente della Camera Penale di Asti, partecipiamo, quindi, alla mobilitazione nazionale con il presente comunicato, in cui si riprendono i temi del Documento della Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali e le parole del Presidente Mattarella che non devono cadere nel vuoto, rilanciando con forza l’invito alla politica tutta (anche a quella locale per il carcere astigiano), ad entrare negli Istituti penitenziari “Venite e vedete, venite e ascoltate!”, e parallelamente rilanciamo l’invito ad ogni realtà del territorio ad attivarsi e collaborare nel promuovere iniziative culturali, di riflessione, informazione e sensibilizzazione che abbiano il coraggio di dire con forza che il carcere è una questione di civiltà e giustizia sociale.
 

Sempre in relazione alla mobilitazione nazionale si segnala che il garante comunale ha effettuato lunedì 28 luglio una prima visita (art. 67, L. 354/75) al Carcere di Asti, con riguardo soprattutto alle questioni evidenziate dal Presidente Mattarella (in cui si confermano alcuni riscontri emersi nella visita della Camera Penale astigiana a fine giugno):
 

“Al momento della visita alla casa di Reclusione Alta Sicurezza di Quarto d’Asti, erano presenti 237 detenuti, 32 in più rispetto alla capienza regolamentare che è di 205 posti (dato del Ministero della Giustizia). Per quanto riguarda la Polizia penitenziaria sono 138 gli effettivi (tra agenti, ispettori, …) a fronte dei 167 previsti. La carenza di organico riguarda anche l’area amministrativa e quella educativa con solo 4 educatrici a fronte delle 7 previste. L’istituto pur mostrando, per quanto riguarda le aree visitate, vari interventi positivi di manutenzione e cura degli spazi, continua ad avere significativi problemi strutturali, tra cui infiltrazioni d’acqua in varie parti della struttura ed i locali docce nelle sezioni con ampia presenza di muffe (nonostante siano stati effettuati recenti lavori di rifacimento). Servirebbero investimenti per manutenzione straordinaria e ristrutturazione, anche per poter ottimizzare l’utilizzo di tutti gli spazi dell’Istituto (come i locali sopra l’infermeria in disuso da tempo). Dovrebbe essere in via di completamento l'area esterna colloqui per famiglie, al momento non utilizzabile, dove sono presenti anche attrezzature, spazi e giochi per l’accoglienza dei bambini. Sarebbe importante poter disporre al più presto di questa risorsa fondamentale per permettere incontri famigliari in un contesto dedicato ed attrezzato anche per l’accoglienza dei più piccoli. Infine, si segnala la mancanza di mezzi pubblici che colleghino la città al carcere”.
 

 Il garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Asti

Dottor Domenico Massano

Il presidente della Camera Penale di Asti

Avvocato Davide Gatti

Al direttore

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