Cambiano i tempi, cambiano le mode ma sembra che, in Italia, le abitudini delle vacanze non cambino. La settimana di Ferragosto continua ad essere consacrata alle ferie. Succeda quel che succeda, ma nei giorni attorno alla metà del mese dedicato alle “Feriae Augusti" cioè "riposo di Augusto" (festa romana celebrata in onore dell'imperatore Augusto, che comprendeva riposo, giochi e corse di cavalli) l’ Italia intera si ferma.
Tutti al mare o in montagna, a costo anche di indebitarci o pagare a rate la vacanza, ma bisogna fare le valigie, almeno per qualche giorno e proprio a Ferragosto!
Certo non è più come qualche tempo fa, quando le città chiudevano ai primi di agosto (macchine cariche di bagagli davanti agli stabilimenti per partire subito, appena finito l’ ultimo turno di lavoro) per poi riaprire a fine mese. Ma l’ idea di vacanze intelligenti sembra proprio non entrare nella mentalità degli italiani. E così ci si mette in coda, si intasano le autostrade, si affollano le spiagge, si riempiono hotel e ristoranti e – spesso – quel che dovrebbe essere meritato riposo, diventa ulteriore fonte di stress e di salassi economici: si paga sempre il doppio che nel resto dell’anno.
Io, invece, resto in città a godermi Torino semideserta. A sentir parlare lingue straniere per le vie del centro. E così scopro che quest’anno, rispetto al 2024, è cresciuto del 30% il numero degli esercizi commerciali aperti anche a Ferragosto. Che il tasso di occupazione di hotel e ristoranti è raddoppiato. Che in Piemonte qualcosa si sta muovendo anche sotto il punto di vista dell’ accoglienza turistica. Che i nostri laghi, le vallate montane, le colline, le città e i piccoli borghi sono diventati attrattivi, richiamano gente dall’Italia e dall’estero.
Da noi, non è ancora arrivato il fenomeno dell’ overtourism, del tutto sovraffollato (e speriamo non arrivi mai), ma è davvero confortevole osservare gente che guarda ammirata le nostre vie, le nostre piazze, i paesaggi ameni e gli scorci più caratteristici. Che bello fermarsi per dare informazioni agli stranieri, o rendersi disponibili per scattare una foto col telefonino, a coppie e gruppi che vogliono immortalarsi davanti al Caval ‘d Brons, sotto la Mole e con lo sfondo del Monviso.