Attualità - 16 agosto 2025, 13:46

Piano contenimento piccioni ad Asti: "Un approccio sbagliato", dure critiche del veterinario Squassino

"Sarebbe bastato informarsi presso sedi qualificate di università, istituti di ricerca comportamentalistica, dedicata alle abitudini degli animali in questione"

Il sit in di diverse associazioni animalista e ambientaliste contro il piano

Il sit in di diverse associazioni animalista e ambientaliste contro il piano

Continua a far discutere l'ordinanza per il controllo della popolazione di colombi in città. Tra le voci più critiche spicca quella del noto veterinario Gianpaolo Squassino, che boccia senza appello il metodo scelto dall'amministrazione comunale con un post su Facebook. 

" Un'iniziativa sbagliata nell'approccio" 

"L'iniziativa non è sbagliata come concetto: è sbagliata come approccio al problema", dichiara senza mezzi termini il dottor Squassino. "L'abbattimento dei colombi o la loro cattura con reti o gabbie, non porterà alcun effetto sulla popolazione di colombi presenti in città: sarebbe bastato informarsi presso sedi qualificate di università, istituti di ricerca comportamentalistica, dedicata alle abitudini degli animali in questione, per comprendere o per avere notizie precise su quello che avverrà dopo l'abbattimento o la cattura dei colombi". 

Il veterinario punta il dito contro la mancanza di un'adeguata ricerca preliminare che avrebbe dovuto precedere una decisione di tale portata. L'ordinanza, che prevede metodi di abbattimento definiti "cruenti" dalle associazioni animaliste, autorizza la cattura con gabbie-trappola, l'uccisione tramite rottura delle vertebre cervicali e, nelle aree periferiche, persino l'uso di armi da fuoco da parte di privati cittadini con porto d'armi.

Il comportamento animale: un fattore ignorato

Squassino spiega i motivi scientifici per cui il piano è destinato al fallimento: "La prima cosa da considerare e da tenere presente, riguarda il comportamento di molte specie animali, sia uccelli che mammiferi, i quali ove trovano un territorio spopolato artificialmente, immediatamente lo rioccupano. Il risultato sarà che, in breve tempo avremo la stessa quantità di colombi, richiamati da paesi e centri circostanti".

Ma c'è di più. Il veterinario evidenzia un paradosso che potrebbe addirittura peggiorare la situazione: "Un altro fattore che, probabilmente, non è stato considerato riguarda il grado di intelligenza dei soggetti in questione: qualora venisse attuato il folle progetto della 'caccia al piccione', ma solo nelle zone fuori città, nel giro di brevissimo tempo questi animali si terrebbero a debita distanza dai cacciatori e dove si recherebbero per essere al sicuro? Negli unici posti dove non possono venire uccisi, cioè nel centro della città". 

 Un appello alla responsabilità

Il veterinario conclude con un appello accorato: "Ora, prima di prendere decisioni e firmare ordinanze, bisogna informarsi nelle sedi opportune affinché un progetto che, di base, potrebbe avere una qualche logica finalità, non diventi un altro motivo di sberleffo e di critica ai danni della città di Asti".

Betty Martinelli

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