Viviamo in un posto bellissimo - 23 agosto 2025, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove il tempo è altro che fiume, tigre e fuoco

Da uno degli spunti di pensiero offerti dal realismo magico di Jorge Luis Borges, il personale allargamento di visione grazie ad uno dei temi del corteo dei bambini

Il tempo è soggettivo e non solo

Il tempo è soggettivo e non solo

Il tempo è un fiume che mi trascina, / ma sono io quel fiume; / è una tigre che mi divora, / ma sono io quella tigre; / è un fuoco che mi consuma, / ma sono io quel fuoco. / Il mondo, disgraziatamente, è reale; / io, disgraziatamente, sono Borges. 

Il tempo, entità onnipresente in ogni aspetto della nostra esistenza, è attesa, desiderio, entusiasmo, sofferenza. È un qualcosa di vivente che ci osserva e ci condiziona. Jorge Luis Borges, grande maestro della letteratura del Novecento, ha esplorato in profondità la natura del tempo, paragonandolo a un fiume, a una tigre e al fuoco. Immagini che racchiudono la sua forza inarrestabile che ci trascina, la ferocia che ci divora e consuma. Borges però ricorda che non siamo vittime passive. Anche noi facciamo parte della scena, complici del tempo nel contribuirne la costruzione, ognuno con il proprio personalissimo percorso. 

Borges suggerisce che il tempo sia una realtà soggettiva: ...sono io quel fiume; sono io quella tigre. Tempo soggettivo acclarato anche per la scienza, scoperta l'attività dei neuroni dopaminergici che manipolano la percezione del tempo, sia dilatandola che contraendola, al diminuire o al crescere della dopamina prodotta dal cervello. Percezione soggetta agli stati d’animo e alla sfera emotiva di ognuno di noi. 

Va bene, belle tesi e bella poesia, ma che ci azzecca con l’Astigiano?”. È mia moglie, indispensabile correttrice di bozze, indispensabile nel mio stimarne troppo il giudizio, universale. C’entra, c’entra, anzi, proprio da Asti mi è arrivato il ricordo della famosa poesia di Borges sul tempo, grazie ad uno dei temi di sfilata in costume che coinvolge, alla vigilia del Palio, i più piccoli dei ventuno Borghi, Rioni e Comuni partecipanti alla tenzone equestre. Rievocazione storica che mi piace molto, per l’entusiasmo dei piccoli figuranti e per l’evidente ricerca storica che è dietro ai vari temi proposti, tra storie e scene di vita medioevale. Una delle rappresentazioni di quest’anno, quella del Comune di Moncalvo, è incentrata sul diverso computo del tempo nel Quattrocento tra i bimbi del popolo e quelli della nobiltà. I più umili seguivano il ritmo della natura, con il tempo regolato dal lavoro nei campi e dai cicli stagionali. Al contrario, i figli della nobiltà godevano di una misurazione più precisa che determinava la loro attività e definiva in modo funzionale passato e futuro, dando allo scorrere del tempo valore di simbolo d’ordine, prestigio e potere. 

Ecco allora che il tempo soggettivo di Borges, già in quel lontano passato, si faceva tempo di comunità, di classe, di origine. Un po’ come ai nostri giorni, con il tempo vissuto ben diversamente da chi vive in città o in campagna, tanto per fare l’esempio più eclatante. Tempo che credo proprio sia causa effetto dominante del continuo e crescente muoversi verso le nostre colline di chi fino a ieri correva a Milano o Torino, ben felici di affievolire la forza dell’acqua e di placare la voracità della bestia e del fuoco che sono loro, nostro gestibile essere. Certo, la cultura temporale dominante è ancora incentrata sulla concezione quantitativa ed economicistica del tempo, ma stanno emergendo modelli incentrati sulla sua dimensione qualitativa, che enfatizzano il valore della lentezza. Modelli che incontri facilmente in molti borghi dell’Astigiano, ed ecco che in qualche modo Borges c’entra di nuovo.

Davide Palazzetti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO AD AGOSTO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU