Attualità - 04 settembre 2025, 12:20

Al laghetto dei giardini pubblici scatta la pulizia di fine estate

Claudia Sgarzi (U.N.A.): "Da quindici anni ci prendiamo cura delle tartarughe, a nostre spese. Non smetteremo di difenderle"

Le immagini della pulizia (Ph Giulia Frontino)

Le immagini della pulizia (Ph Giulia Frontino)

Come ogni anno, al laghetto dei giardini pubblici è tempo di pulizia straordinaria. I volontari dell’U.N.A. (Uomo-Natura-Animali), guidati da Claudia Sgarzi, hanno iniziato le operazioni che si ripetono due volte l’anno, in primavera e in autunno. "Prima del 25 aprile e poi prima del Palio il Comune ci chiede di fare questo lavoro – spiega Sgarzi – non tanto per gli animali, quanto per l’immagine della città. Ma noi lo facciamo soprattutto per loro, perché ci teniamo davvero."

Quest’anno, oltre ai volontari, è intervenuta anche l’Asp con gli operatori. "Altri anni entravamo direttamente noi nella vasca per recuperare uno a uno gli animali, pesci e tartarughe. Ora per fortuna ci danno una mano, ma resta un impegno enorme."

Il mondo segreto delle tartarughe

Le vere protagoniste del laghetto sono le tartarughe, circa 140 esemplari. "Ogni volta facciamo un censimento – racconta Sgarzi – ma purtroppo continuano ad abbandonarle qui. La gente prende la tartarughina quando è piccola, poi diventa ingombrante, e finisce per lasciarla nel laghetto."

Da oltre 15 anni, il gruppo di volontari si occupa del loro sostentamento. "Non è il Comune a mantenerle, siamo noi volontari. Ogni due giorni portiamo loro il cibo, e quei sugheri che si vedono arrivano direttamente dalla Sardegna: costano molto, ma servono perché le tartarughe, a sangue freddo, hanno bisogno di sole e calore."

Durante le operazioni le tartarughe vengono lavate, disinfettate e controllate. "Puliamo il carapace con il betadine, controlliamo se hanno infezioni o patologie, e se necessario le portiamo a casa per curarle. Ogni anno in media otto tartarughe hanno bisogno di trattamenti più intensivi."

Il problema principale resta il cambiamento climatico. "Negli ultimi anni il clima altalenante le debilita: freddo improvviso e polmoniti sono un rischio mortale. Alcune purtroppo non ce la fanno."

Pesci, bambini e cattive abitudini

Oltre alle tartarughe, nel laghetto vivono anche grandi carpe. "Diventano enormi e sono difficili da gestire. Anche loro le nutriamo, ma col tempo sarà necessario trasferirle."

Poi c’è il rapporto con i visitatori. "Molti bambini vengono con i genitori o i nonni. Possono dare da mangiare alle tartarughe, ma solo insalata rossa o carotine, mai pane o biscotti. Abbiamo messo cartelli chiari, anche con disegni, ma spesso vediamo ancora bambini che le disturbano con bastoni e genitori che non intervengono. L’educazione al rispetto degli animali dovrebbe partire da lì."

Una richiesta di sicurezza

Non mancano i problemi di sicurezza. "Di notte il parco diventa terra di nessuno. Nel laghetto abbiamo trovato di tutto: cellulari, occhiali, mutande, persino preservativi. Abbiamo già chiesto più volte al Comune di installare una telecamera: qui la corrente c’è, sarebbe facilissimo. Anche il prefetto si sta interessando, speriamo bene."

Le operazioni dureranno in totale otto-nove ore. "È un lavoraccio – conclude Sgarzi – ma lo facciamo per amore".

Alessandro Franco

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