Economia e lavoro - 07 settembre 2025, 13:14

Mercato del lavoro piemontese: a settembre previste 35.350 assunzioni, ma il trend è negativo

Il Bollettino Excelsior di Unioncamere fotografa un calo dell'11,1% su base annua. Difficoltà di reperimento per quasi la metà delle figure professionali richieste.

Mercato del lavoro piemontese: a settembre previste 35.350 assunzioni, ma il trend è negativo

 Sono circa 35.350 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per il mese di settembre 2025, un valore che sale a 92.000 se si considera l’intero trimestre settembre-novembre. I dati, elaborati dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, rivelano però un trend negativo: si registra un calo dell’11,1% (-4.420 entrate) rispetto a settembre 2024 e una flessione di 9.280 unità sul trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le previsioni, basate su interviste condotte tra il 9 e il 25 luglio scorsi, mostrano cali diffusi nei principali comparti. A livello nazionale, le assunzioni previste per settembre sono circa 569.000, in flessione del 2,6% rispetto all’anno precedente.

Servizi trainanti, ma in calo

Il settore dei servizi si conferma il principale motore della domanda di lavoro, con 23.380 entrate previste (il 66,1% del totale), seppur in calo di 3.440 unità su base annua. Segue l’industria con 10.410 assunzioni (29,4%, -1.060), mentre il primario segna un lieve aumento, raggiungendo 1.560 ingressi (+80). All’interno dei servizi, i comparti più dinamici sono quelli dei servizi alle persone (6.430 assunzioni, 18,2%), del turismo (5.190, 14,7%) e del commercio (3.890, 11,0%).

Precaricità e profili ricercati

Il 77% delle assunzioni previste sarà a termine (tempo determinato o contratti a durata predefinita), mentre solo il 23% riguarderà contratti stabili (tempo indeterminato o apprendistato). Il 57,6% della domanda proviene da micro e piccole imprese (1-49 addetti). Per quanto riguarda i titoli di studio, il 39% delle entrate è rivolto a candidati con qualifica o diploma professionale, il 23% a diplomati, il 19% alla scuola dell’obbligo e il 17% a laureati.

Il problema del mismatch

Quasi una posizione su due (47,8%) sarà di difficile reperimento, principalmente a causa della mancanza di candidati idonei (32,7%) o della loro inadeguata preparazione (11,0%). Le criticità maggiori si riscontrano tra gli operai specializzati (60,7% di difficoltà), in particolare nelle rifiniture delle costruzioni (84,6%) e nell’installazione di attrezzature elettriche/elettroniche (76,6%), e tra i tecnici (50,3% di difficoltà), specialmente quelli della gestione dei processi produttivi (70,1%) e della salute (68,5%).

Anche la ricerca di personale con specifici titoli di studio presenta forti criticità, con picchi per i laureati in indirizzi chimico-farmaceutici (78,5% di difficoltà) e in ingegneria industriale (60,2%), per i diplomati degli ITS (63,6%) e per i percorsi secondari in elettronica ed elettrotecnica (77,7%) e agrario (74,2%).

Redazione

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