Ci sono storie che restano impresse a vita, specialmente se viste attraverso gli occhi di un bambino. È la storia di un giovane pilota americano e di tre piccoli testimoni italiani, le cui vite si sono incrociate per un tragico istante il 4 settembre 1944. A 81 anni esatti da quel giorno, la comunità di Migliandolo ha finalmente colmato un vuoto, inaugurando un monumento dedicato a quel ragazzo, l'aviatore Edgar Nelson Peters, caduto a soli 22 anni così lontano da casa e dai suoi affetti.
Alla cerimonia, carichi di commozione, c'erano loro, i testimoni di allora: Elia Badella, Maria Peglia e Luigi Raviola. Oggi sono anziani, ma nei loro sguardi è ancora vivo il ricordo di quel pomeriggio di fine estate, quando il rombo assordante di un caccia P-47 Thunderbolt squarciò il cielo e si concluse con uno schianto tremendo. Erano solo bambini, e l'immagine di quell'aereo in fiamme ha segnato per sempre la loro memoria. La loro presenza all'inaugurazione ha rappresentato la chiusura di un cerchio, un filo di memoria vivente che ha legato il passato al presente.
Dall'altra parte di questo racconto c'è Edgar, un ragazzo di New York con un amore per la natura e una vita intera davanti, lasciata in sospeso per servire il suo Paese. Era in missione per colpire un ponte sul Tanaro quando la contraerea tedesca lo centrò. Morì solo, in una terra straniera, ma non fu dimenticato. Il coraggio del parroco di allora, Don Torchio, che gli garantì una sepoltura cristiana sfidando i tedeschi, fu il primo seme di una memoria che la comunità ha saputo custodire.
Oggi quella memoria ha una forma concreta. L'inaugurazione del monumento è stata possibile grazie alla ricerca di Gaia Grisoglio, giovane studentessa di Archeologia, nativa proprio di Migliandolo, che ha ricostruito la storia del pilota e rintracciato i familiari. I nipoti, Mike Schroeder e Tim Moorhead, sono arrivati appositamente dagli Stati Uniti con la compagna Michelle, e l'abbraccio tra loro e gli anziani testimoni è stato il momento più toccante della giornata.
Sul monumento, una targa con un QR code permetterà a chiunque di conoscere la storia di Edgar. Ma più di ogni tecnologia, a parlare sono stati gli sguardi e le poche parole scambiate tra chi ha perso un familiare e chi, da bambino, lo ha visto cadere. Un tributo non solo a un soldato, ma a un giovane uomo la cui tragica fine ha unito per sempre due comunità separate da un oceano.