L’atmosfera è quella della trattoria contemporanea, che punta sull’equilibrio tra funzionalità e accoglienza. E gli spazi, sia quelli al pian terreno che quelli che invece si intravvedono nell’interrato dal pavimento trasparente dell’ingresso, vi faranno subito stare bene. Lo stile del locale, pur sobrio e informale, punta su un’essenzialità non estranea all’eleganza: e a dirvelo, perlomeno nella “Sala nuova” in cui ho cenato, saranno i tavoli le cui bianche tovaglie danno luce e calore all’ambiente. La scelta del vino, portato in tavola ad una temperatura davvero troppo elevata, pone un problema che tuttavia viene risolto al volo – con una glacette – dalla ragazza che serve al tavolo e che anche successivamente dimostra, oltre a una buona professionalità, anche una sorridente disponibilità a far in modo che la serata scorra al meglio.
Una cucina ancora in evoluzione
Dopo il benvenuto, una Bignola di robiola e nocciola capace di sedurre con un giusto contrato tra morbidezza e tostato e una Torta verde connotata da una piacevole nota erbacea, condivido con chi mi accompagna un giro di antipasti. Il Vitello tonnato, di cui molti mi avevano parlato, lo trovo buono, ma senza quella spiccata personalità che mi aspettavo. Più interessante la ben equilibrata Insalata russa servita con tonno e uovo di quaglia. Piacevole il gioco dei contrasti del Tomino con le nocciole. Più ordinarie, se paragonate ad altre tavole torinesi, le Acciughe del Cantabrico.
A stupirmi invece è la qualità complessiva dei primi: dei Tajarin “trenta tuorli” con sugo di salciccia dalla perfetta cottura, dal sapore intenso, oltre che amalgamati con maestria;
e dei Plin ripieni di pesto con patate e fagiolini dal sapore complessivo davvero seducente e ulteriormente valorizzato dall’acqua di pomodoro.
Mi lascia un po’ perplesso invece la Rolata di coniglio ripieno con i suoi fegatini: una buona idea destinata però a deludere, per il sostanziale attutimento di gusti: chi come me ama le frattaglie da un piatto come questo si aspettava – francamente – ben altra forza.
Concludo con un Millefoglie di bicerin che, mescolando crema di mascarpone e caffè con scaglie di cioccolato, risulta riuscito sia sul piano dell’estetica che su quello del gusto.
Un ambiente piacevole un equilibrio da definire
La cucina di Osteria Nuova, indubbiamente di qualità, sembra tuttavia mancare ancora di un’identità precisa: il suo riconoscersi come “osteria e il suo connotarsi ad un tempo come “nuova” forse confliggono ancora troppo e, nonostante le proposte complessivamente buone, impediscono ad alcuni piatti di esprimere tutte le potenzialità che avrebbero. La carta dei vini, ben costruita e rigorosamente piemontese, offre etichette interessanti, pur con qualche dettaglio da migliorare nel servizio del vino stesso. E il personale di sala, attento ed efficiente, renderà piacevole il tempo che trascorrerete nelle accoglienti sale di questo ristorante reso vivace anche da una frequentazione locale e internazionale ben evidente. Interessante infine la proposta della merenda sinoira ad un prezzo più che equo: ma questa non l’ho provata e ve ne parlerò più avanti.
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Tipologia locale: Trattoria contemporanea
Indirizzo: Via XX Settembre 2/M – Torino
Sito web: www.osterianuovatorino.it
Tel: 375 5288953
Prezzo: Antipasti (12,5- 14€), Primi (14–14,5€), Secondi (16,5–19,5€), Formaggi (19€) Dessert (3,5-7,5€), menu degustazione (40€); Merenda sinoira (18€), Coperto e servizio (3€).
Informazioni: Merenda sinoira, animali ammessi, piatti vegetariani