Attualità - 27 settembre 2025, 17:30

Piccioni ad Asti: "Niente assedi, solo incuria e abbandono"

Il veterinario Squassino, in un post sui social, smonta il piano di abbattimento e punta il dito contro edifici pubblici dimenticati e politiche sbagliate

Piccioni ad Asti: "Niente assedi, solo incuria e abbandono"

Nella turbolenta questione piccioni che da settimane anima Asti, si inserisce in queste ore un nuovo capitolo, firmato dal veterinario Gian Paolo Squassino, già noto per le sue precedenti prese di posizione sulla tematica. In un post condiviso sui social, Squassino racconta di aver percorso in lungo e in largo la città, dal centro storico agli estremi periferici, con l’obiettivo di comprendere in prima persona l’entità dell’emergenza piccioni che ha acceso il dibattito cittadino e spinto l’amministrazione verso misure drastiche.

"Nessun assedio di piccioni, solo trascuratezza urbana"

“Per curiosità ho fatto un giro per la città, centro storico e periferie, alla ricerca di quegli assembramenti di piccioni che tanto hanno disturbato i componenti dell’amministrazione comunali, inducendoli a pensare di armare un esercito di provetti cacciatori, addestrati per la guerra al colombo”, ironizza Squassino nel suo intervento.

 La sua analisi della situazione si mostra radicalmente diversa rispetto al clima d’allarme: non emergono assembramenti significativi di piccioni né nel centro né in periferia, ma piuttosto la presenza sporadica di gruppi di tre o quattro animali in alcune aree come il piazzale della stazione. Il vero nodo, secondo il professionista, sarebbe invece legato ai numerosi edifici abbandonati (ex ospedale, caserme, strutture comunali e della provincia) che offrono zone ideali per la nidificazione.

Una critica alla strategia decisa dal Comune

La contestazione di Squassino è severa e va ben oltre la dimensione tecnica. Organizzare una "guerra armata" contro i piccioni, argomenta, significa non voler risolvere il problema alla radice. "Denota uno scarso interesse per gli edifici pubblici e un eccessivo interesse per le armi", scrive il veterinario, sottolineando come non si sia fatto nulla per ostacolare la nidificazione nei luoghi abbandonati di proprietà pubblica. Per Squassino, la priorità dovrebbe essere invece la riqualificazione di questi spazi e un radicale cambio di mentalità amministrativa.

Parole che riaccendono il dibattito

L’intervento di Squassino, per la seconda volta al centro del dibattito, aggiunge un tassello fondamentale alla narrazione della vicenda astigiana. Da una parte l’amministrazione civica, che continua a difendere la necessità di un piano di contenimento rigido; dall’altra la contro-lettura di chi invita a osservare la questione con uno sguardo tecnico, pratico e meno emotivo

Redazione

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