Una popolazione composta per il 26 per cento da over 65, il 40 per cento con almeno una malattia cronica e il 35 per cento che vive in nuclei unipersonali: sono questi i numeri che descrivono un contesto di fragilità in cui l’insorgenza di una malattia oncologica può trasformarsi in una tempesta perfetta, soprattutto in situazioni di povertà o disagio sociale. A questa sfida risponde il Progetto Protezione Famiglie Fragili (PPFF) della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, presentato nel corso di una conferenza in Regione.
Il modello di intervento a 360 gradi
Il progetto offre un sostegno multidisciplinare attraverso mini-equipe composte da medico, infermiere, psicologo, assistenti sociali e volontari, che operano a 360 gradi nell’assistenza, alleggerendo il carico emotivo ed economico dei caregiver. All’incontro sono intervenuti gli assessori regionali alla Sanità Federico Riboldi e alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, il direttore di Azienda Zero Adriano Leli, i coordinatori della Rete Massimo Aglietta e Alessandro Comandone, referente del progetto, e Franco Ripa della Regione Piemonte
"La finalità – commenta l’assessore Riboldi – è costruire una rete di supporti assistenziali psicologici e sociali mirati al sostegno delle famiglie “fragili” che affrontano l’esperienza della malattia tumorale". L’assessore Marrone ha aggiunto che "questo importante progetto rispecchia il percorso di integrazione tra aspetto sanitario e sociale inserito nel nuovo piano socio-sanitario regionale".
Un progetto venticinquennale che si evolve
Nato 25 anni fa a Torino per supportare famiglie con figli malati di tumore, il progetto si è ampliato nel tempo e oggi interviene anche in casi di nuclei con minori o disabili, situazioni di separazione, disagio psichico, assenza di caregiver, povertà o barriere linguistiche e culturali. "Interveniamo con supporto psicologico gratuito, trasporto in ospedale da aree disagiate, assistenti domiciliari e supporto scolastico per i figli minori", spiega Alessandro Comandone.
I numeri e il finanziamento
Il progetto coinvolge attualmente 400 nuclei in Piemonte e circa 180 famiglie a Torino. La Regione, attraverso Azienda Zero, ha ufficializzato un finanziamento di oltre 300 mila euro. "Crediamo fermamente in questo progetto e nel suo ampliamento – ricorda il direttore Adriano Leli – tanto che si punta a incrementare il finanziamento per il 2026". Un modello che ha colto nel segno e che si propone come riferimento stabile in tutta Italia.