Attualità - 01 ottobre 2025, 08:21

Ampliamento Cerere, la vicenda finisce al Tar

Il comitato Castagnole Attiva e un gruppo di residenti chiedono l'annullamento del permesso di costruire

Castagnole delle Lanze

Castagnole delle Lanze

L'ampliamento dello stabilimento della Cerere SpA a Castagnole delle Lanze approda ufficialmente nelle aule del tribunale. Come preannunciato, il comitato Castagnole Attiva, supportato da 17 cittadini, ha depositato un ricorso al TAR Piemonte per chiedere l'annullamento del permesso di costruire rilasciato dal Comune. L'intervento, destinato alla produzione di alimenti per animali, sorge in un'area di grande pregio, la Valle Tanaro, inclusa nella buffer zone del Sito Unesco “Paesaggi del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”.

Il ricorso, curato dall'avvocato Giuseppe Greppi, mette in fila una serie di presunte irregolarità procedurali e sostanziali che avrebbero viziato l'intero processo autorizzativo. Al centro delle contestazioni vi è innanzitutto la decisione di approvare il progetto nonostante i pareri negativi espressi sia dalla Commissione Edilizia sia dalla Commissione Locale per il Paesaggio. Secondo i ricorrenti, il permesso di costruire non motiverebbe in modo adeguato le ragioni che hanno portato a ignorare tali pareri, soprattutto a fronte di un progetto che prevede edifici alti fino a 39 metri in un'area dove il piano regolatore impone un limite massimo di 10,50 metri.

Tra le criticità sollevate, figura anche il presunto mancato coinvolgimento della Giunta comunale nel richiedere i necessari chiarimenti alla Commissione per il Paesaggio, in violazione di un precedente atto di indirizzo e di norme del Testo Unico degli Enti Locali.

Un "monolite" che viola le norme paesaggistiche?

Dal punto di vista paesaggistico, il progetto viene definito un "monolite" di 66 metri lineari con altezze comprese tra i 36 e i 39 metri, considerato in palese contrasto con le Linee Guida per la tutela del Sito Unesco e con il Piano Paesaggistico Regionale.

Sul piano tecnico, il ricorso contesta inoltre il mancato rispetto del rapporto tra altezze e distanze previsto da una normativa nazionale (DM 1444/1968) e solleva un difetto di competenza professionale: la progettazione sarebbe stata affidata a uno studio di geometri, una figura che, secondo i ricorrenti, non sarebbe abilitata per opere di tale complessità. A tal proposito, anche l'Ordine degli Architetti di Asti ha già presentato una formale contestazione.

Dubbi sull'autorizzazione ambientale e la richiesta di trasparenza

A gettare ulteriore incertezza sulla vicenda contribuiscono le voci, non ancora confermate ufficialmente al comitato, relative al rilascio dell'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) da parte della Provincia di Asti. Castagnole Attiva lamenta di non aver ricevuto alcuna comunicazione formale, un atteggiamento che, secondo il comitato, creerebbe perplessità in un iter finora caratterizzato da un apparente confronto.

Resta infine in sospeso la richiesta di convocare il Consiglio Comunale Aperto annunciato a luglio dal sindaco. "Pensiamo che la comunità meriti di essere ascoltata direttamente, in un confronto pubblico e trasparente", ribadisce il comitato.

La parola passa ora al TAR Piemonte, che dovrà valutare la richiesta di sospensione cautelare e la legittimità dell'intero procedimento.

Redazione

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