L'associazione torinese Animal ha lanciato una nuova campagna per chiedere alla Regione Piemonte di regolamentare, fino a vietarla, la vendita di animali vivi nei mercati settimanali. L'obiettivo è duplice: garantire il benessere animale e tutelare la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini.
Nonostante sia una pratica sempre meno diffusa, in alcuni comuni piemontesi è ancora possibile vedere galline, conigli, uccelli e pesci vivi venduti su banchi improvvisati, spesso accanto a prodotti alimentari come uova e verdura. Questa consuetudine, secondo l'associazione, non solo causa gravi sofferenze agli animali, ma rappresenta anche un serio rischio igienico-sanitario.
Le criticità sollevate da Animal riguardano tre aspetti fondamentali. Innanzitutto, il benessere degli animali viene palesemente violato. Costretti in gabbie sovraffollate, esposti a rumori, stress da trasporto e continua manipolazione, gli animali vivono in condizioni precarie che contrastano con i principi sanciti dalla stessa Legge Regionale 19/2004 sulla loro tutela.
In secondo luogo, vi è un concreto pericolo per la salute pubblica. L'ammassamento di specie diverse in condizioni di forte stress favorisce la diffusione di zoonosi, ovvero malattie trasmissibili all'uomo. Inoltre, la vicinanza a banchi alimentari comporta il rischio di contaminazione da parte di feci e urine, esponendo i consumatori a batteri come Salmonella o Campylobacter.
Infine, la campagna pone l'accento sulla responsabilità. La vendita nei mercati incentiva l'acquisto d’impulso, una scelta spesso non ponderata che può facilmente tradursi in detenzione inadeguata o, nel peggiore dei casi, nell'abbandono. Vietare questa pratica, sostiene l'associazione, favorirebbe invece le adozioni responsabili attraverso rifugi e canili, contrastando al contempo il commercio illegale e non tracciato.
Diverse amministrazioni in Italia si sono già mosse in questa direzione. Sono infatti 20 i comuni, tra cui grandi città come Milano, Roma, Bari e Lecce, che hanno adottato regolamenti più moderni, vietando la vendita di animali nei mercati. Un modello virtuoso che Animal chiede ora al Piemonte di seguire.
"Confidiamo che la regione Piemonte risponda alle aspettative sociali e vieti i mercati con animali vivi", ha dichiarato Guillermo Moreno, rappresentante dell'associazione Animal. "La sensibilità sociale non è statica, quindi gli standard devono essere continuamente adattati per integrare nuove preoccupazioni sociali, quali la salute pubblica, la sicurezza alimentare e il benessere degli animali".