Economia e lavoro - 08 ottobre 2025, 18:35

Nocciole, produzione al collasso nell'Astigiano

Perdite fino all'80% e prezzi in picchiata, Confagricoltura chiede aiuto al Ministero

MerfePhoto

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Confagricoltura Asti ha scritto al ministro Lollobrigida per segnalare una situazione di estrema difficoltà per il comparto corilicolo nazionale, con particolare gravità nell'Astigiano.

L'organizzazione è intervenuta rapidamente inviando una lettera al ministro per informarlo della forte crisi che sta colpendo il settore delle nocciole – di cui l'Italia è il secondo produttore mondiale – e per chiedere interventi urgenti con misure adeguate a supporto del comparto.

Perdite produttive drammatiche

La stagione 2025 si caratterizza per un drastico calo delle quantità prodotte che interessa tutto il territorio nazionale, con perdite che negli areali maggiormente vocati (Piemonte, Campania, Lazio e Sicilia) stanno raggiungendo anche il 70% del potenziale produttivo. "Ma nell'Astigiano si parla anche di 80%", precisa Gabriele Baldi, presidente di Asti Agricoltura, al limite della disperazione.

"Alla base di questa grave crisi l'andamento climatico anomalo registrato quest'anno su tutto il territorio nazionale: scarsità ed eccesso di piogge, temperature eccezionalmente elevate, carenza di ore di freddo, eccesso di umidità", spiega con toni accesi Enrico Masenga, referente tecnico del settore per l'organizzazione astigiana. "Queste condizioni hanno favorito la diffusione della cimice, e non solo quella asiatica come si ostinano ad affermare alcune organizzazioni coinvolte nell'assistenza tecnica, e hanno portato allo sviluppo di gravi avversità fungine, batteriche e virali e ad abbondanti cascole anticipate".

Questa stagione estremamente negativa si inserisce in un contesto già critico perché, ormai da qualche anno, il potenziale produttivo italiano non riesce ad esprimersi al meglio. La marginalità delle imprese corilicole è in seria difficoltà, stretta tra costi di produzione elevati e rese sempre più esigue.

Considerato che la filiera delle nocciole assume un rilievo strategico non soltanto dal punto di vista economico ma anche paesaggistico, ambientale, occupazionale e sociale, Confagricoltura ha chiesto misure rapide e rilevanti. Nel breve periodo servono ristori per le aziende che hanno subito perdite importanti derivanti dal calo di produzione, mentre nel lungo periodo occorrono interventi per favorire la ristrutturazione del potenziale produttivo, in modo da rafforzare il sistema corilicolo nazionale e non rendere vane le risorse sin qui stanziate.

Preoccupazione per i dazi

Nella missiva inviata al ministro, Confagricoltura ha espresso forte preoccupazione per il recente accordo USA/UE sui dazi, che rischia di penalizzare fortemente tutto il comparto della frutta a guscio, agevolando l'immissione nel mercato europeo di prodotti a prezzi ridotti grazie all'azzeramento dei dazi per la frutta in guscio, di cui gli Stati Uniti sono tra i principali paesi produttori al mondo.

"Venendo poi ai prezzi occorre fare un po' di chiarezza per chi non è del settore", continua Masenga, anche componente della commissione prezzi della Camera di Commercio di Alessandria-Asti. "Lunedì scorso è stato rilevato dalle contrattazioni un prezzo di 14,70 euro per la Nocciola Piemonte IGP e 14 euro per la Nocciola Tonda Gentile Trilobata, entrambi a punto resa. Questo significa che, tenendo conto di una resa di partenza al 40% (negli anni scorsi era invece stata applicata una resa dal 45% in su) si arriva ad un prezzo rispettivamente di 560/590 euro al quintale. Ma poiché nella maggior parte dei casi si tratta di nocciole di qualità molto bassa si applica una resa inferiore che scende anche al 30%, a cui consegue un prezzo anche solo di 400 euro al quintale".

"Quindi tutto basso: quantità, qualità e prezzo. È veramente una situazione drammatica", conclude Mariagrazia Baravalle, direttore della compagine astigiana.

Redazione

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