Attualità - 09 ottobre 2025, 13:00

Tecnica, pensiero e consapevolezza: il modello Artom spiegato da Franco Calcagno [VIDEOINTERVISTA]

Il dirigente racconta una scuola, punto di riferimento nella provincia, che unisce tecnica e umanesimo, prepara al lavoro ma anche alla coscienza critica e guarda con attenzione all’intelligenza artificiale

Franco Calcagno

Franco Calcagno

Abbiamo incontrato Franco Calcagno, dirigente scolastico dell’ITIS Artom di Asti, per una lunga e appassionata videointervista dedicata al futuro dell’istruzione tecnica, al ruolo dell’innovazione e alla sfida culturale di una scuola che vuole crescere insieme ai suoi studenti. Con lui abbiamo parlato di formazione, lavoro, intelligenza artificiale e persino di filosofia: temi che, all’Artom, si intrecciano in un progetto educativo capace di unire la competenza tecnica alla consapevolezza umana e sociale.
L’istituto, spiega Calcagno, è oggi un punto di riferimento per l’intera provincia. “Siamo circa 1150 studenti, suddivisi tra le sedi di Asti e Canelli”, racconta. Gli indirizzi sono quattro – meccatronico, elettrotecnico, informatico e chimico – oltre a un corso professionale. “Abbiamo un ottimo rapporto con le aziende del territorio, e i nostri diplomati trovano lavoro in pochi mesi o proseguono al Politecnico di Torino, che accoglie oltre il 90% dei nostri studenti.”
Ma la vera sfida, spiega il dirigente, è quella culturale: superare la vecchia idea di scuola di “serie B”. “Gli istituti tecnici non sono una seconda scelta. Su molte discipline, come la matematica, offrono livelli pari o superiori a quelli dei licei. E noi vogliamo unire la tecnica alla cultura umanistica, perché una persona competente ma priva di consapevolezza non può dirsi davvero formata.”

All’Artom la filosofia non si studia sui manuali, ma si scopre partendo dal vissuto dei ragazzi: “Non raccontiamo Schopenhauer, ma partiamo dalle esperienze dei nostri studenti e poi mostriamo loro che quei pensieri esistono, che qualcuno li ha già formulati.” Parlando di futuro, Calcagno guarda con interesse al ruolo dell’intelligenza artificiale. Non solo come strumento tecnologico, ma come occasione di crescita critica: “Vogliamo insegnare ai ragazzi a distinguere la verità dalla non verità. L’IA può aiutarci, ma solo se impariamo a usarla con senso etico e consapevolezza.”

Tre i percorsi su cui l’istituto sta lavorando: imprenditorialità personale, con l’obiettivo di formare giovani capaci di “essere imprenditori di se stessi”; internazionalizzazione, attraverso esperienze Erasmus e PCTO all’estero; e infine un percorso culturale e critico sull’intelligenza artificiale, per capirla e non subirla.
“La scuola deve tornare a concentrarsi sullo studente, sulla persona, con le sue debolezze e i suoi slanci”, conclude Calcagno. “Solo così possiamo garantire quella continuità tra generazioni di cui la nostra società ha oggi un bisogno profondo.”

Una visione lucida e appassionata, che restituisce alla scuola tecnica il suo vero significato: non solo formare lavoratori, ma costruire cittadini consapevoli, curiosi e capaci di immaginare il proprio futuro.

La videointervista

Alessandro Franco

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