Attualità - 15 ottobre 2025, 07:20

Lupo in Piemonte, l'appello delle associazioni: "È una risorsa, non un problema"

Il network Italian Wild Wolf: "Rappresenta la soluzione a molte problematiche del mondo agricolo, non la causa"

Un cambio di rotta radicale nella gestione della fauna selvatica, a partire dal lupo. È quanto chiedono a gran voce le associazioni Pro Natura, Green Impact e il network Italian Wild Wolf, denunciando l'attuale politica della Regione Piemonte come incoerente, dispendiosa e basata sulla disinformazione. Al centro della questione c'è un paradosso: da un lato si spendono ingenti risorse pubbliche per sovvenzionare la caccia agli ungulati come cinghiali e caprioli, dall'altro non si valorizza il ruolo del loro più grande predatore naturale e gratuito, il lupo.

Questo predatore, definito un "bioregolatore naturale", svolge un ruolo chiave nel mantenimento di ecosistemi sani, limitando il surplus di ungulati e persino di specie alloctone come le nutrie. Invece di essere visto come un alleato, il lupo è vittima di un cortocircuito alimentato da bracconaggio e scarsa prevenzione, che porta a un allarmante spreco di denaro pubblico.

Una strage silenziosa e fondi inutilizzati

I numeri descrivono una situazione critica. Solo nel 2025, in Piemonte, sono stati trovati morti oltre 50 lupi a causa di bracconaggio, incidenti stradali e avvelenamenti. Tra il 2024 e il 2025, le province di Torino e Alessandria hanno registrato rispettivamente 36 e 12 uccisioni. Una cifra allarmante, se si considera che lo stato di conservazione del lupo sull'arco alpino è classificato come "vicino alla minaccia di estinzione" secondo la IUCN (2023).

Parallelamente, le risorse destinate a favorire la coesistenza non vengono sfruttate. La Regione Piemonte stanzia circa 500mila euro all'anno per cofinanziare al 100% le misure di prevenzione per gli allevatori, come recinzioni, cani da guardiania e rifugi notturni. Eppure, su circa 50.000 aziende agricole piemontesi, solo 170 hanno fatto richiesta per questi fondi nel biennio 2024-2025. Un dato che, secondo le associazioni, dimostra come la prevenzione non sia considerata una priorità.

La pericolosità percepita e le contraddizioni

Le associazioni puntano il dito anche contro il clima di paura che si sta creando attorno al lupo, definendolo "fuori luogo". Ricordano che il predatore attacca l'uomo solo in situazioni estreme, a differenza dell'attività venatoria che, solo nel 2025 in Piemonte, ha causato la morte di due persone.

Infine, viene sottolineata la posizione giudicata incoerente di associazioni di categoria come Coldiretti e Confagricoltura: "Da un lato reclamano la caccia agli ungulati per prevenire i danni che essi causano all’agricoltura, e allo stesso tempo chiedono di uccidere anche il lupo, il più grande alleato naturale del mondo agricolo", concludono le associazioni. La richiesta è quindi per una nuova leadership regionale con competenze ecologiche, capace di prendere decisioni basate sulla scienza: "L’ecologia è una scienza e non una fiaba, al contrario di Cappuccetto Rosso".

Redazione

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