Nel corso degli ultimi anni hanno venduto, in ordine sparso, la Fiat a Stellantis, l’Iveco, il Lingotto, parte di Mirafiori, Villa Frescot (residenza dell’ Avvocato) e infine – anche se manca ancora l’ ufficialità – La Stampa.
Pezzi di storia degli ultimi due secoli di Torino e del Piemonte che la famiglia Agnelli-Elkann ha ceduto ad Americani, Indiani, fondi immobiliari, e, infine, cordate imprenditoriali del TriVeneto. Affari di famiglia, dirà qualcuno. Mi permetto di obiettare che quei marchi, quei luoghi, quegli stabilimenti, quelle pagine sono la vita di intere generazioni, rappresentano il passato e il presente di una terra. E sarebbero dovute restare nostre anche in futuro, a testimonianza di cosa sono stati Torino e il Piemonte. E cosa potrebbero ancora essere.
Ma quel che più stupisce è il silenzio assordante che accompagna questi passaggi di proprietà. Ho cercato, invano, commenti, reazioni, prese di posizione. Niente.
Il sindaco di Torino, il Presidente della Regione Piemonte non hanno nulla da dire sul fatto che – ad esempio - la principale testata giornalistica torinese, fondata nel 1867 come Gazzetta Piemontese, passerà a imprenditori veneti? E le organizzazioni di categoria? Sindacati, Associazioni Commercianti, Artigiani, Unioni Industriali, Piccole e Medie Imprese?
Tutti zitti. Mi è stato risposto che manca ancora l’ ufficialità? Ma a cosa servirà far sentire la nostra voce, le nostre proteste quando l’affare sarà concluso? Quando i buoi saranno scappati…
Sono le leggi di mercato, bellezza. Certo.
Però, quando ci saranno da fare battaglie per difendere i nostri territori a chi ci rivolgeremo? Alle testate venete? O a chi altro?
State certi, noi di More News ci saremo.
Per il resto gli Agnelli-Elkann vendono e incassano palate di milioni. E ho una sensazione: presto toccherà anche alla Juve….