La scelta del sindaco Maurizio Rasero di indicare Davide Argenta, Gianbattista Filippone e Giuseppe Vertucci come terna per la nomina del nuovo Capitano del Palio non ha lasciato indifferente Michele Gandolfo, già Capitano dal 2016 al 2022, escluso dalla rosa finale.
L'ex Capitano non nasconde l’amarezza per la decisione: “I commenti sui social penso abbiano dimostrato dove sta l’opinione pubblica. Non mi è chiaro il fatto che il gruppo del Capitano si dichiari coeso e poi ci siano candidature al loro interno. Penso che questa sia una mossa che dimostri una grandissima paura nei miei confronti"
“Mi sono allontanato per non forzare una legge assurda”
Gandolfo spiega di essersi volontariamente allontanato negli ultimi anni per evitare di forzare quella che definisce “una legge stupida”: “Non l’ho voluta toccare perché avrei cominciato a forzarla. Le leggi non sono retroattive: potrei anche dire ‘ok, parto da oggi’, ma preferisco rispettare le regole. Ho fatto i miei due anni da regolamento, ne ho lasciato passare uno e ho deciso di ricandidarmi ora per senso di responsabilità verso la manifestazione”.
L’ex Capitano sottolinea di aver sempre sentito un debito morale verso il Palio: “Avevo voglia di restituire qualcosa a questa manifestazione. Forse è la manifestazione che ha un debito con me, non lo so. Ma volevo dare ancora una mano come ai tempi in cui cercavo di essere un collante tra amministrazione, borghi e rioni. Per me è abominevole che, a tre anni di distanza, non abbiamo ancora una pista. Oppure la Cittadella del Palio, un progetto che è rimasto lettera morta”.
“Il sindaco dichiara che il Palio non gli interessa, poi fa l’opposto”
Senza giri di parole, Gandolfo commenta anche il ruolo del primo cittadino: “Il sindaco tecnicamente dichiara al mondo del Palio che non gliene frega niente del Palio e poi fa delle nomine che vanno contro ciò che dice. Ma il fatto che si comporti così, ormai, non mi sorprende più”. Riguardo alla gestione attuale della corsa, aggiunge: “Sento i commenti sulle sanzioni e non posso che essere d’accordo: non fare un Consiglio del Palio per comunicare le sanzioni del Palio non è corretto, eppure è successo. Ci sono modi e tempi per comunicare certe decisioni”.
“Non mi fermerò: se ci sarà un consiglio aperto, sarò lì”
Nonostante l’esclusione, Gandolfo assicura di non voler abbandonare il mondo del Palio: “Io rimarrò quello che sono sempre stato. Quest’anno ho girato tutti i comitati, non da Capitano ma da uomo di Palio qualunque, e mi sono divertito. Se ci sarà il Consiglio Comunale Aperto, io ci sarò. Non mi sono mai nascosto, neanche quando venivo attaccato pubblicamente. Andrò e chiederò perché non mi è stata data la possibilità di giocare”.
Un messaggio chiaro, accompagnato da un pizzico di amarezza ma anche da una certa lucidità e fa un appello ai rettori: “Siamo tutti bambini, abbiamo solo voglia di giocare. Ma bisogna lasciare che tutti possano farlo. Se al Consiglio del Palio qualcuno deciderà di alzarsi e rendere invalida la votazione, forse il sindaco capirà che è meglio aprire a tutti e non solo a tre che sceglie lui”.
“Il Palio ha bisogno di libertà, non di paletti”
Conclude Gandolfo: “Io spero che qualcosa possa cambiare. I comitati hanno più forza dell’Amministrazione, ed è lì che si deciderà davvero il futuro del Palio. Io, nel frattempo, continuerò a vivermelo da dentro, con la stessa passione di sempre”.





