Un incubo durato sei anni si è finalmente concluso con un arresto. Una donna di 46 anni, di nazionalità brasiliana e residente a Montegrotto Terme, è finita in carcere con l’accusa di estorsione aggravata e sostituzione di persona. La vittima, un 51enne astigiano, aveva versato alla presunta ricattatrice più di 62 mila euro, spinto dalla paura che venissero diffuse immagini e messaggi privati di natura erotica.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti e condotta dall’Aliquota della Polizia di Stato della Sezione di Polizia Giudiziaria, ha portato all’emissione e all’esecuzione di una misura cautelare in carcere nella giornata del 5 novembre 2025, in collaborazione con la Squadra Mobile di Padova.
Il meccanismo del ricatto
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna si era iscritta su un sito di incontri online utilizzando una falsa identità e spacciandosi per escort. Dopo aver stabilito il contatto con l’uomo, era riuscita a ottenere messaggi intimi e informazioni personali, compresi numeri di telefono e profili social.
Da quel momento, per la vittima è iniziato un vero e proprio calvario psicologico e finanziario: la donna lo minacciava di diffondere le conversazioni private ai familiari e ai colleghi se non avesse pagato somme di denaro sempre più consistenti. Ogni tentativo di ribellione veniva soffocato da nuove pressioni e persecuzioni, che costringevano l’uomo a correre verso il più vicino money transfer per versare i soldi richiesti.
Solo nella scorsa primavera, esausto e stremato, il cinquantunenne ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla Polizia.
L’indagine e l’arresto
Nonostante la ricattatrice avesse utilizzato utenze telefoniche intestate fittiziamente e conti correnti esteri per far confluire i proventi, gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’intero schema criminale grazie all’analisi dei tabulati, agli accertamenti finanziari e alle testimonianze di persone informate sui fatti.
Il solido quadro probatorio raccolto ha consentito alla Procura astigiana di chiedere l’arresto, poi eseguito con successo. Sono stati inoltre disposti sequestri preventivi di beni e somme di denaro equivalenti al danno economico subito dalla vittima.
La donna si trova ora detenuta presso la Casa Circondariale di Verona, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La Procura della Repubblica di Asti ha colto l’occasione per ribadire l’importanza di non cedere ai ricatti e di denunciare tempestivamente ogni episodio di sextortion, anche solo tentato. Le indagini, sottolineano gli inquirenti, non sono ancora concluse: potrebbero emergere altre vittime o nuovi elementi utili a chiarire la vicenda.





