"Senza i contributi del Decreto Crescita i piccoli Comuni rischiano il default. Il Governo mantenga le promesse e ripristini i fondi". È un appello congiunto e preoccupato quello lanciato dai sindaci di San Martino Alfieri, Andrea Gamba, consigliere provinciale di Asti, e di Moncalvo, Diego Musumeci, vicepresidente di Anci Piemonte.
I due primi cittadini chiedono con urgenza al Governo di reintrodurre nella legge di Bilancio per il 2026 i contributi per i piccoli Comuni previsti dal cosiddetto Decreto Crescita (D.L. 34/2019), fondi che sono stati azzerati per l’anno in corso. Nel periodo 2020-2023, questa misura garantiva circa 80.000 euro annui ai Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, destinati a investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale. Nel 2024, la somma era stata ridotta a 50.000 euro e per il 2025 è stata completamente cancellata.
"Una scelta incomprensibile e profondamente ingiusta"
“È una scelta incomprensibile e profondamente ingiusta – dichiara Andrea Gamba –il Governo aveva promesso di individuare risorse alternative dopo l’azzeramento del 2025, ma nella legge di bilancio per il prossimo anno, attualmente in discussione in Parlamento, non c’è nulla di tutto questo. Anzi, continuano a pesare ulteriori tagli da spending review che riducono ancora di più la capacità operativa dei piccoli Comuni. Tolgono soltanto, senza dare nulla in cambio, e così si rischia di portare al default i nostri territori”.
Sulla stessa linea il sindaco di Moncalvo, Diego Musumeci, che sottolinea le conseguenze pratiche per gli enti locali: “Parliamo di risorse essenziali per la manutenzione del patrimonio pubblico e per la sicurezza dei cittadini. Con 80.000 euro all’anno i piccoli Comuni riuscivano a intervenire su strade comunali, edifici scolastici, impianti sportivi. Ora non avranno più alcun margine d’azione".
L'appello ai parlamentari astigiani
I due amministratori chiedono quindi un intervento urgente del Governo e del Parlamento, e in modo particolare dei deputati che rappresentano la provincia di Asti, per ripristinare i contributi. “Non chiediamo privilegi, ma equità e rispetto per i Comuni che ogni giorno garantiscono servizi essenziali con risorse sempre più scarse – concludono –. Senza un cambio di rotta immediato, la sopravvivenza stessa di molti piccoli enti sarà a rischio. La provincia di Asti è composta da circa l’80% di Comuni sotto i mille abitanti che meritano almeno di essere ascoltati dal Governo”.





