Sanità - 09 novembre 2025, 09:58

"L’insostenibile leggerezza dell’Asl Asti", Bosia: “Servono priorità e risultati misurabili”

Il capogruppo di Uniti si può: “Liste d’attesa, carenze di personale e dubbi sul dipartimento per la longevità”

Immagine di archivio

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“Da dieci mesi l’Asl di Asti è governata da un nuovo direttore generale, ma il cambio di passo non è ancora arrivato: negli ultimi anni si sono succeduti diversi dg e si può affermare che le loro gestioni sono state fallimentari”.

Sono le parole di Mauro Bosia, capogruppo di Uniti si può che chiede un confronto sui risultati. “L’ospedale Cardinal Massaia e le strutture sul territorio stanno vivendo un declino che pare senza fine: il ‘traino’ dell’ospedale nuovo, dei primari eccellenti, del luogo ove formarsi e crescere professionalmente sono peculiarità svanite da tempo”, sostiene il consigliere, che ricorda, dopo alcuni interventi del direttore generale Giovanni Gorgoni come servirebbero “3 milioni di euro” per le sostituzioni necessarie sulle attrezzature a vent’anni dall’apertura del nuovo ospedale.

Sul piano dei servizi, Bosia indica il nodo delle attese: “Tempi biblici per Case di comunità e Presidio della Valle Belbo”, con una ricaduta diretta sulle scelte dei cittadini, perché “potendo molti astigiani si rivolgono ad Alessandria, Verduno o Cuneo”.

Rispetto al nuovo dipartimento per la longevità, il consigliere distingue intenzioni e misurabilità: “L’obiettivo è la longevità attiva che richiede un approccio sistemico… attendiamo ora di sapere come verranno misurati l’efficienza, i risultati, la reale produttività dell’integrazione multidisciplinare e quale copertura e sistemicità verrà data a un’iniziativa così ambiziosa”. E avverte: “Coinvolgere qualche centinaio, ma anche qualche migliaio di over 65 su base volontaria non significa aver dato risposte al problema dell’invecchiamento”.

Bosia richiama poi alcune priorità per anziani e fragilità: “Che fine hanno fatto i piani sulle cronicità? Perché una famiglia deve essere sottoposta a una attesa inadeguata per un posto in rsa? Perché al Cardinal Massaia da due lungodegenze siamo passati a una sola, dimezzando i posti letto? Perché da anni il centro diurno Alzheimer continua a restare chiuso mentre si parla di nuovi progetti sperimentali?”.

Capitolo Neuropsichiatria: “Perché per una visita in Neuropsichiatria infantile occorre un tempo di attesa insostenibile a fronte di un bisogno espresso costantemente dalle famiglie ed emergente nelle scuole?”, chiede Bosia, collegando il tema al “malessere giovanile” e all’assetto dei servizi: “Perché tempo fa la Struttura sulle dipendenze era una struttura complessa e autonoma mentre oggi fa parte del Dipartimento salute mentale?

Sui progetti verdi in ospedale, il consigliere mette in fila critiche e richieste: “Amiamo i bei progetti, anche se costano cari. Per quanto riguarda ‘i giardini curativi, sensoriali e riabilitativi’ […] si dovrebbe partire dal recupero del verde esistente: tutte le piantumazioni collocate dietro il Massaia, fronte via Pertini, che dovevano creare un bosco-giardino dell’ospedale, si sono dimezzate per trascuratezza, abbandono, mancanza di adeguata minima irrigazione. Sono state lasciate morire decine di essenze”.

La chiosa è una richiesta di concretezza: “Assistiamo ogni giorno a comunicati di progetti e risultati, ma intanto le strutture private in convenzione e a pagamento si allargano e molti pazienti scelgono altri ospedali. In carenza di risorse bisogna individuare le priorità”.

Redazione

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