Con le tante emergenze che il settore primario deve affrontare, serve una PAC che non tolga né diluisca la dotazione finanziaria destinata all’agricoltura. È questo il messaggio forte che Confagricoltura Piemonte porterà a Bruxelles il prossimo 18 dicembre, partecipando alla mobilitazione europea indetta dalle principali organizzazioni agricole per chiedere una revisione profonda della nuova Politica Agricola Comune (PAC).
Come ricorda Confagricoltura Piemonte, le politiche agricole dell’Unione rappresentano strumenti fondamentali per lo sviluppo e gli orientamenti produttivi del settore, e per questo devono essere efficaci, realistiche e sostenibili anche dal punto di vista economico.
Il Piano Strategico della PAC si basa su due principali fondi europei: il FEAGA (primo pilastro) e il FEASR (secondo pilastro). Questi strumenti apportano al Piemonte risorse fondamentali per il comparto: circa 340 milioni di euro provenienti dal FEAGA e oltre 756 milioni di euro dal FEASR ogni anno.
Durante la presentazione del bilancio dell’annata agraria regionale, tenutasi nei giorni scorsi a Torino, Confagricoltura Piemonte ha messo in luce le numerose criticità che gli agricoltori devono affrontare: cambiamenti climatici sempre più estremi, eccessiva burocrazia, epidemie che colpiscono animali e colture, oltre alle incertezze dei mercati internazionali aggravate dalle tensioni geopolitiche.
In questo contesto, la prospettiva di una riduzione fino al 20% delle risorse agricole nella proposta di bilancio UE 2028-2034 rappresenta, secondo Confagricoltura, un rischio concreto per la tenuta economica del settore.
“Confagricoltura è da sempre impegnata nella battaglia per tutelare il reddito degli agricoltori e garantire che sia adeguato al loro impegno quotidiano – dichiara Enrico Allasia, presidente regionale di Confagricoltura Piemonte –. L’obiettivo della nostra organizzazione è ottenere una politica agricola all’altezza delle sfide che il mondo agricolo sta affrontando e continuerà ad affrontare. Per questa ragione, le proposte attuali di Bruxelles vanno contrastate con tutti gli strumenti possibili, compresa la mobilitazione”.





