Il Piemonte riscopre il suo potenziale tartufigeno: oltre 333 mila ettari di territorio regionale presentano una potenzialità medio-alta per la raccolta, segnando un incremento del 39% rispetto alle stime precedenti. Sono 441 i comuni identificati come vocati per caratteristiche geomorfologiche, molti dei quali situati nell'Astigiano.
Questi dati cruciali, emersi dalle nuove "carte di attitudine dei suoli alle produzioni tartufigene", sono stati al centro dell'incontro ospitato nel salone consiliare della Provincia di Asti. L'evento rappresentava una tappa fondamentale del progetto Tuber Next Gen 2025, l'iniziativa della Regione Piemonte (che ha già toccato Cuneo, Torino e Alessandria) dedicata alla pianificazione sostenibile e alla valorizzazione del patrimonio tartufigeno.
L'obiettivo del progetto è aggiornare il piano territoriale regionale e i piani forestali, unendo la pianificazione territoriale, paesaggistica e forestale per garantire continuità e qualità alla produzione del tartufo.
Le nuove mappe, realizzate da IPLA Piemonte, sono uno strumento di programmazione fondamentale. Mettono in relazione le proprietà dei suoli, l'utilizzo attuale del territorio e la copertura vegetale per individuare le aree più adatte allo sviluppo delle tre varietà più pregiate: il bianco (tuber magnatum Pico), il nero pregiato (tuber melanosporum) e lo scorzone estivo (tuber aestivum). Tra gli ambienti più favorevoli figurano querceti, saliceti, pioppeti, ma anche filari, siepi e formazioni arboree lineari nelle zone agricole.
"Dati che confermano la centralità del nostro territorio collinare nella filiera del tartufo bianco, con una particolare attitudine dell’area del Monferrato", ha dichiarato il presidente della Provincia, Maurizio Rasero. "Per la Provincia di Asti l’incontro odierno rappresenta il proseguimento della collaborazione con l’ente regionale e gli stakeholder. Il tartufo è parte della nostra identità e dell’economia locale. Fiere tipiche sì, ma anche tanta programmazione e confronto istituzionale".
Un impegno condiviso dal consigliere delegato alle politiche tartufigene della Provincia, Davide Massaglia: "Pianificare il territorio in modo sostenibile significa tutelare le aree vocate, supportare chi lavora nella filiera, consegnare alle future generazioni un patrimonio naturale integro e produttivo". Massaglia ha inoltre sottolineato l'importanza del tavolo provinciale dei tartufi come organismo di dialogo e supporto alle politiche locali.
All'incontro hanno partecipato numerosi sindaci, amministratori, tecnici e operatori del settore, tra cui i trifulau. Ai saluti istituzionali, oltre a Rasero e Massaglia, sono intervenuti l'assessore regionale Marco Gallo, l'assessore Marco Gabusi, i consiglieri regionali Fabio Carosso e Sergio Ebarnabo. Presenti anche Franca Bagnulo, tecnico provinciale, Marco Allasia, presidente dell'ordine degli agronomi forestali, e Antonio Degiacomi, presidente del centro nazionale di studi sul tartufo.












