Al Direttore - 21 novembre 2025, 09:19

Asti Oltre: "Fondazione e Banca, quale futuro?"

L'associazione: "La partita è fondamentale per il futuro dell'economia del territorio"

Asti Oltre: "Fondazione e Banca, quale futuro?"

Il tema rimbalza sui quotidiani nazionali e su testate on line, ma il dibattito locale ristagna. Eppure il tema meriterebbe un approfondimento che vada al di là delle tradizionali prese di posizione arroccate su argomenti localistici che non tengono conto di disposizioni di legge ormai storiche e della necessità di mettere in campo strategie vere di sviluppo di un territorio in profonda crisi come quello di Asti e Provincia.

 Occorre fare chiarezza prima di tutto su alcuni concetti relativi, in primo luogo, alla natura degli attori in campo, ai rispettivi ruoli e alle strategie da avviare per ottenere i migliori risultati, nell'interesse dell'intera comunità, comprese le molte migliaia di piccoli azionisti della Banca il cui titolo è da anni fortemente penalizzato. Le norme in materia di Fondazioni di origine bancaria (soggetti di diritto privato) prevedono che il loro patrimonio debba essere diversificato con un massimo del 44 per cento concentrato su un solo titolo.

 La Fondazione CrAsti invece mantiene tuttora oltre l'80 per cento del proprio patrimonio in azioni Banca di Asti, pari al 31,8 del suo capitale, essendo così azionista di controllo. Notare che su 85 Fondazioni esistenti in Italia, solo 4 non hanno ancora ceduto il controllo della banca conferitaria. Gli altri azionisti della Banca che vengono sempre citati sono Fondazione Biella(12,91) Fondazione Vercelli(4,20) Fondazione CRT(6) e BPM ( 9,99). Le altre azioni, pari al 35,1 (quindi la quota di maggioranza relativa) sono in mano a oltre 22 mila piccoli azionisti che di fatto non contano nulla, ma sopportano il calo clamoroso del valore delle azioni che hanno comprato (- 48 per cento circa). 

Detto questo, siamo in presenza di un inizio di dibattito in cui si vedono prevalere, finora posizioni che si limitano a sostenere la necessità di mantenere localmente il controllo della Banca facendo raramente riferimento a reali strategie di investimento locale a sostegno di un vero sviluppo. La banca non viene vista come strumento atto a stimolare sviluppo e crescita dell'economia locale. 

È difficile capire a fondo cosa si intende con l'espressione "banca del territorio". Riteniamo sia, ora più che mai, opportuna una informazione approfondita e capillare che chiarisca all'opinione pubblica la vera portata delle scelte da fare nel quadro normativo vigente. Scelte che deve fare l'azionista di maggioranza, che è un soggetto di diritto privato indipendente dalle istituzioni locali, che deve agire nell'interesse pubblico. 

Quindi deve diversificare il proprio patrimonio proteggendolo dai rischi e valorizzandolo al massimo, cercando investimenti che diano il maggior reddito possibile. Basta una piccola indagine per capire che oggi il patrimonio investito per l'80 per cento (circa 175 milioni di Euro) in Banca di Asti rende meno del 3 per cento. Le altre Fondazioni con investimenti diversificati, come previsto delle normative, guadagnano molto di più e a volte, come nel caso di Alessandria, pur con un patrimonio inferiore riescono a distribuire ogni anno per lo sviluppo del territorio molto di più della Fondazione Cr Asti.

 Va tenuto conto infine che eventuali trattative per cessioni di quote azionarie dovranno portare benefici tangibili anche per i piccoli azionisti finora pesantemente penalizzati dalle quotazioni delle azioni, nonostante le narrazioni portate avanti negli anni sulla cosiddetta "banca del territorio". Chiediamo che sul tema ci sia informazione trasparente e completa. 

La partita è fondamentale per il futuro dell'economia del territorio. E va giocata con responsabilità e apertura mentale e occhi puntati sul futuro, avendo chiaro che la missione delle Fondazioni non è quella di "fare banca", ma è accrescere il patrimonio e investirlo al meglio per produrre utili da investire nello sviluppo economico e sociale. 

Le Fondazioni devono agire secondo principi di sussidiarietà, non come banchieri o meri centri di potere. 

Associazione AstiOltre

Redazione

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