L'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha ospitato nei giorni scorsi un importante momento di confronto sui disturbi del comportamento alimentare, un fenomeno in allarmante crescita tra adolescenti e giovani. L'evento, promosso dalla cooperativa Coesioni sociali insieme all'ateneo pollentino, ha messo al centro il ruolo della cooperazione sociale nella risposta a un'emergenza sanitaria che non può più essere ignorata.
I numeri di un'emergenza
I dati presentati durante l'incontro delineano uno scenario preoccupante: in Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di disturbi del comportamento alimentare, con un incremento del 12% dei nuovi casi ogni anno. In Piemonte una persona su dieci è affetta da disturbo da alimentazione incontrollata, mentre l'età media dell'esordio si è abbassata drammaticamente a 10-11 anni. L'anoressia resta una delle principali cause di mortalità tra le malattie psichiatriche, con un tasso superiore al 10%, ed è oggi la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Durante la giornata, Coesioni sociali ha presentato ufficialmente "Il Biancospino", una nuova comunità terapeutica destinata ad accogliere fino a dieci minori tra i 14 e i 17 anni con disturbi dell'alimentazione. La struttura, attualmente in costruzione nella borgata San Martino di Pocapaglia, verrà completata entro il 2026 e risponderà a una carenza strutturale del territorio: oggi molte persone in cura sono costrette a spostarsi fuori regione per la mancanza di strutture dedicate nell'immediato territorio piemontese.
"In Piemonte iniziamo a vedere alcune strutture dedicate, ma sono ancora troppo poche e spesso le famiglie devono affrontare percorsi fuori regione", ha spiegato Gian Piero Porcheddu, direttore della cooperativa e responsabile dell'iniziativa. "Con Il Biancospino vogliamo contribuire alla creazione di una rete stabile di servizi residenziali per minori, ispirata ai modelli già attivi nella psichiatria infantile. È un passo necessario e non più rinviabile".
Il ruolo della cooperazione
La giornata ha offerto uno spazio di ascolto e confronto con professionisti altamente qualificati: medici, psichiatri, neuropsichiatri infantili, nutrizionisti e rappresentanti delle istituzioni sanitarie. Tra gli interventi, l'assessore regionale alla sanità del Piemonte, Federico Riboldi, ha ribadito che le problematiche legate ai disturbi del comportamento alimentare sono state inserite nel nuovo piano sanitario, nel quale è previsto un settore dedicato ai disturbi e alla relativa presa in carico.
Mario Sacco, presidente di Confcooperative Sanità Piemonte e di Confcooperative Piemonte Sud, ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa: "Le cooperative nascono per dare risposte a bisogni reali e urgenti delle comunità. Di fronte a un'emergenza silenziosa come i disturbi alimentari, è fondamentale che il mondo cooperativo sia presente con professionalità, visione e capacità di innovazione sociale. Progetti come Il Biancospino mostrano quanto la cooperazione possa incidere concretamente nella tutela dei minori e nel sostegno alle famiglie".







