La vendemmia 2025 si conferma un'annata di alta qualità ma con rese contenute, da affrontare in un contesto di mercato complesso. È questo il bilancio che emerge dal racconto delle cantine cooperative piemontesi, realtà che rappresentano l'anima collettiva di un territorio votato all'eccellenza vitivinicola.
Nonostante le sfide climatiche e la contrazione dei consumi, il modello cooperativo dimostra ancora una volta la sua capacità di sostenere i soci, innovare i processi e valorizzare il vino piemontese sui mercati nazionale e internazionale. Dalle Langhe al Monferrato, dal Barolo al Barbaresco fino alle zone del Barbera e del Moscato, le cantine sociali hanno saputo trasformare le difficoltà in opportunità di crescita condivisa.
Dai territori: qualità eccellente nonostante le rese ridotte
In Langa, la Cantina Terre del Barolo ha registrato un'annata di buona qualità, con uve sane e maturazioni equilibrate. "Le sfide che ci attendono non appartengono a un singolo produttore, ma a un’intera comunità vitivinicola" sottolinea la vicepresidente Rosa Oberto.
Stessa tendenza per la Cantina del Nebbiolo, che ha raccolto uve di ottima qualità nonostante le rese inferiori. Il presidente Antonello Demaria evidenzia il ruolo dell'innovazione: "Un'app dedicata ai conferimenti ha ottimizzato tempi, lavoro e sostenibilità".
Nella zona del Barbaresco, la Cantina Pertinace ha visto un calo produttivo del 15-20%, compensato da parametri organolettici di altissimo livello. Per il direttore Cesare Barbero serve però un cambio di passo: "La contrazione dei consumi, soprattutto negli USA, ci obbliga a ripensare il linguaggio del vino".
La risposta cooperativa alle sfide del settore
Il quadro che emerge dalle diverse testimonianze è quello di un settore in profonda trasformazione, stretto tra cambiamento climatico, aumento dei costi e mercati internazionali incerti. Eppure, in tutte le voci raccolte risuona un elemento comune: la forza della cooperazione.
"La vendemmia 2025 conferma che la cooperazione vitivinicola piemontese è un modello capace di tenere insieme qualità, sostenibilità e futuro" afferma Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud. "Quando il mercato rallenta, i costi aumentano e il clima mette alla prova la tenuta delle vigne, è la forza del lavoro condiviso a fare la differenza".
Dalle vigne più alte del Moscato d'Asti, dove la cooperativa Terre Nostre ha salvaguardato la qualità nonostante i colpi di calore, alle cantine del Dolcetto che diversificano la produzione, il sistema cooperativo dimostra di saper coniugare tradizione e innovazione, mantenendo salde le radici nel territorio.





