Dalla sanità non arrivano solo numeri di criticità ma, a volte, anche le buone notizie.
Asti infatti entra nell’élite nazionale della prevenzione oncologica secondo i risultati presentati ieri ad Arezzo da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) che ha raccolto e confrontato le performance sulle tre linee di screening ufficiali: cervice, mammella e colon-retto. Le percentuali di copertura raggiunte dall’Asl AT superano stabilmente sia gli obiettivi minimi regionali che i valori medi attesi, soprattutto nello screening mammografico, dove la provincia si colloca tra le migliori d’Italia.
Screening mammografico al top, adesione inferiore nel colon-retto
Come illustrano i dati divulgati da Agenas e confermati dai numeri ufficiali astigiani, la copertura da invito nello screening mammografico ad Asti è dell’111,3% e quella da esami dell’82,5%, con oltre diecimila donne sottoposte a controllo in un anno, a fronte di una soglia minima regionale del 60%. Numeri molto buoni anche sul cervicale, con copertura da esami al 60%. Rimane invece indietro il colon-retto: la copertura da esami, pur superando il 39%, resta inferiore all’obiettivo regionale. Secondo il direttore dell'Asl At, Giovanni Gorgoni, “il colon-retto è una procedura che crea più resistenza, ma dal punto di vista organizzativo la macchina funziona”.
Stop a cooperative di gettonisti, ma la carenza di specialisti resta un ostacolo
Nonostante risultati da primato nella prevenzione, la sanità astigiana si trova nelle stesse difficoltà di molte altre realtà italiane per quanto riguarda il personale. “Da questa settimana – annuncia Gorgoni – smettiamo di usare cooperative di gettonisti in Anestesia, Rianimazione e Pronto soccorso. Ora assumiamo e contrattualizziamo direttamente i medici, così risparmiamo sui costi di intermediazione e fidelizziamo chi già lavora con noi”.
Ma la strada è ancora in salita. “Sul fronte della radiologia, l’ultimo concorso è andato deserto. Nel pubblico ci sono pochi candidati, molti scelgono altre strade: siamo costretti a trattenere i nostri o rischiamo di scoprire i reparti, con pesanti ricadute anche sulle liste d’attesa”.

il dg Giovanni Gorgoni
Più tecnologia grazie ai fondi, problema aperto per le attese
Sul versante delle apparecchiature, l’Asl di Asti ha investito quasi 5 milioni in diagnostica nel giro di pochi mesi, dotandosi tra l’altro di due risonanze, una nuova TAC e un acceleratore lineare di ultima generazione, che saranno presentate alla popolazione nell’open day del 31 gennaio. “L’obiettivo, spiega Gorgoni, è abbattere i tempi portando anche la seconda risonanza a pieno regime, così possiamo gestire due pazienti per volta e smaltire arretrati”.
La vera sfida resta però quella delle attese per esami non urgenti. “Riusciamo a coprire le urgenze e le priorità brevi, ma per le visite e le diagnostiche programmabili i tempi sono ancora troppo lunghi. Finché non si risolve il problema strutturale della carenza di specialisti, non basterà solo la tecnologia”.
“Organizzazione virtuosa, ma servono investimenti su personale e tempi”
Asti si fregia così di essere tra le migliori province italiane nella prevenzione oncologica, come certifica Agenas, ma la strada verso una sanità davvero efficiente resta ancora da percorrere. “Abbiamo portato la macchina degli screening a livelli da primato, ora tocca investire sulle risorse umane e abbattere le attese – conclude Gorgoni –. La soddisfazione del cittadino si misura anche sui tempi, non solo sui numeri degli inviti”.





