Al Direttore - 06 dicembre 2025, 09:31

"La disabilità racchiude uno spettro molto ampio di sfumature con cui si ha ancora paura di confrontarsi. Serve parlarne di più"

Riflessioni dell'astigiana Sara Vergano in occasione della Giornata della disabilità appena trascorsa

Sara Vergano (MerfePhoto)

Sara Vergano (MerfePhoto)

Il 3 dicembre è stata la Giornata della disabilità, occasione per riflettere e confrontarsi su un tema importante, sempre di più nella società odierna. Ma le riflessioni di Sara Vergano, astigiana con disabilità, fanno comprendere come ci sia, indubbiamente molto da fare.

Ancora oggi la disabilità racchiude uno spettro molto ampio di sfumature con cui si ha ancora paura di confrontarsi.

Come ogni persona, ogni disabile, ogni emarginato rimane chiuso nella sua “bolla”, non avendo un ambiente collettivo che gli permetta di essere quello che è, di fare, di esprimersi pienamente, anche con dei limiti palesemente evidenti.

È così… La vita odierna non permette di essere più lenti o di allontanarsi da un modello di efficienza che la società richiede in modo sempre più pressante.

Chi ha una disabilità è costretto ad andare più lento, ha bisogno di essere ascoltato con più calma, ma se le persone non si danno il tempo e non hanno in sé questa predisposizione a non anticipare gesti ed intenzioni, la comunicazione può diventare difficile e frustrante.

Si fa spesso il discrimine tra “superiore” e “inferiore”, invece di valorizzare le potenzialità latenti di ogni persona.

Bisognerebbe, quindi, ascoltarsi, comunicare senza pregiudizio e anche senza dominare l’altro con la parola, per capire realmente come la persona disabile vuole agire, qual è il suo carattere, quali sono i suoi talenti e non solo catalogarlo frettolosamente in uno schema.

La legge n. 67 del 2006 ha la finalità di garantire parità di trattamento e pari opportunità alla persona con disabilità, ribadendo che la stessa deve essere messa allo stesso livello, come potenzialità, di tutti gli altri.

La legge n. 13 del 9 gennaio 1989 prevede l’eliminazione delle barriere architettoniche che permetterebbe alle persone su sedia a rotelle e ad altre persone con disabilità di potersi muovere autonomamente e di poter accedere a qualsiasi ufficio pubblico o esercizio commerciale.

Sembra che più lo ripetiamo, meno veniamo ascoltati.

Qualche tempo fa questo tema era discusso con più frequenza ed attenzione; ora sembra che sia stato accantonato per i tanti problemi che l’Italia, e il mondo intero, stanno fronteggiando.

Capisco che vi siano tante ingiustizie, tanti morti innocenti nelle guerre odierne che stanno lacerando il mondo, ma anche dare più spazio all’espressività delle persone e, a livello urbanistico, abbattere le barriere e non parcheggiare l’auto sugli stalli riservati, farebbe la differenza per la qualità di vita di molte persone.

Se si risolve, almeno in parte, un problema, automaticamente a cascata, se ne risolvono altri: se una parte della società non può esprimersi, non può neanche dare il suo contributo e apportare beneficio alla collettività.

Ci sono molti esempi a questo riguardo.

Basti per tutti citare Stephen Hawking, il fisico teorico e cosmologo britannico che, costretto sulla sedia a rotelle e incapace di parlare se non attraverso un sintetizzatore vocale, ha dato un innegabile contributo scientifico con i suoi studi sull’origine dell’universo e sulla natura dei buchi neri.

Se non gli fosse stata concessa la possibilità di esprimersi, di essere considerato una persona qualificata, al di là della sua disabilità, la scienza, e l’umanità, sarebbe oggi più poveri.

Ci sono anche tanti altri esempi di persone comuni che hanno fatto della loro vita una piena realizzazione di sé stessi in campo professionale, artistico, culturale e sportivo.

Sara Vergano,

cittadina astigiana con disabilità

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