Nella tradizionale solennità dell’Immacolata, la comunità delle exallieve di Nizza Monferrato si è riunita non solo per rinnovare l’adesione all’Associazione, ma soprattutto per rinnovare la gioia della propria identità di laiche e laici che portano nel mondo il carisma salesiano. Quest’anno, l’8 dicembre, a conclusione dell’Anno giubilare 2025, l’incontro è stato particolarmente segnato dal tema della speranza. La presidente Barbara Rebuffo, con il suo consiglio e con la delegata suor Rosalba Binelli, ha organizzato un pomeriggio convocando varie persone a condividere la speranza che abita il loro cuore e che ognuno si impegna a irradiare nel proprio ambiente.
Il teatro e la catechesi: ponti tra generazioni
Ad aprire le testimonianze, un binomio intergenerazionale: Alberto Cravera, 18 anni, e sua nonna Sisi Cavalleris, 76 anni, entrambi exallievi dell’Istituto “Nostra Signora delle Grazie”. Insieme vivono la speranza dedicandosi alla compagnia teatrale “Spasso carrabile”, coinvolgendo bambini, giovani e adulti, e servendo come catechisti in parrocchia. "La speranza è presente nella loro vita in una ricca relazione intergenerazionale dove ci si aiuta, ci si completa e ci si arricchisce a vicenda", si sottolinea. Per loro, la speranza fiorisce in ogni prova e in ogni spettacolo, strumento per vincere paure e insicurezze, e nella riscoperta della bellezza della fede.
L'aula come terreno per seminare fiducia
Lina Saracino, docente di inglese madrelingua, ha declinato la speranza nei ruoli di sposa, madre ed educatrice. Per lei, la speranza è credere nella vita e sapersi affidare anche nel buio. In classe, la speranza si traduce in presenza: "La speranza è vedere nei loro occhi la tenerezza quando si affidano a me; la speranza è sorridere con loro e dar loro una carezza quando ne hanno bisogno". Ha poi aggiunto: "La speranza è camminare al loro fianco, voler loro bene e imparare e crescere con loro". Ha concluso con un desiderio profondo: "La mia speranza è di poter trasmettere ad ognuno dei nostri ragazzi quello che la benedizione irlandese ha trasmesso a me: “Possa la tua vita essere piena di cose buone, possa tu affrontare il futuro con fiducia"".
L'eredità di don Bosco nelle scuole e nei mestieri
Giulio Veggi, preside e docente di pedagogia, vive la speranza dedicandosi ai giovani, seguendo l’esempio di don Bosco. Per lui, la speranza è possibile perché riflessa nella ferialità di una missione: essere tutto per i giovani, dando loro un orizzonte bello e grande. Sente che "il don Bosco delle origini è qui a dare speranza ai giovani di oggi, perché possano ancora sognare un futuro diverso e più umano per tutti". Una missione condivisa da suor Giuseppina Rescia, insegnante nei corsi professionali, che tra i "ragazzi di don Bosco" vive una speranza paragonata a un "faro di futuro". Molti giovani arrivano delusi ed emarginati, ma "valorizzando l’intelligenza delle mani riescono a sentirsi utili e protagonisti di un cambiamento".
La speranza nel servizio civile e nel volontariato
Angelo Berra, vigile urbano e coordinatore dei Salesiani Cooperatori, testimonia una speranza radicata nei segni della Provvidenza nel quotidiano. Per lui, questa virtù è saldamente ancorata alla presenza di Maria Immacolata Ausiliatrice, "che in tante occasioni gli ha tenuto la mano sul capo e continua a tenerla, segno di protezione sicura". Giuliana Piccarolo, già presidente dell’Unione, impegnata nel volontariato e nell’accompagnamento di giovani a rischio, condivide un’esperienza forte: "Il sistema di don Bosco è per questi ragazzi un forte segno di speranza!". Pur consapevole della lentezza di certi percorsi, crede fermamente in un cambiamento sempre possibile, nutrito di "pazienza, di dialogo, di fiducia e di tanto amore".
Una lezione vitale ricevuta e donata
Al termine delle testimonianze, l’assemblea ha sperimentato di aver ricevuto una straordinaria lezione di speranza, fatta di esperienze concrete. L’essere pellegrini di speranza significa prendersi cura degli altri con amore, dimostrando che la disperazione non ha l’ultima parola e che generazioni diverse possono fondere capacità e idee per costruire nuove vie. La festa di Maria Immacolata ha offerto a tutti il gusto concreto di questa verità.





