Politica - 12 dicembre 2025, 12:23

Asti in piazza contro la manovra. E sullo sfondo esplode il caso Konecta​ [FOTO E VIDEO]

Al centro dello sciopero salari bassi, sanità al collasso e il riarmo. Quagliotti: "Konecta un colpo terribile per l'occupazione nella nostra provincia

Le immagini della manifestazione (Merphefoto)

Le immagini della manifestazione (Merphefoto)

Piazza San Secondo prima, piazza Alfieri poi: la mattinata dello sciopero generale Cgil ad Asti è stata una lunga onda rossa di bandiere, striscioni e testimonianze, dentro uno scenario economico e sociale che nel territorio si fa ogni giorno più fragile. 

Il corteo partito alle 9.30 ha attraversato il centro cittadino dietro allo slogan “Io sciopero”, incrociando storie di lavoro precario, pensioni sempre più lontane, salari schiacciati dall’inflazione e da un fisco percepito come sbilanciato su lavoratori e pensionati.​

Dal palco di piazza Alfieri, la segretaria Cgil Piemonte Enrica Valfrè ha rivendicato il senso stesso della giornata di mobilitazione: “Questa giornata ce la perdiamo noi, rinunciamo al nostro stipendio. Non vogliamo lavorare di più oggi, come racconta chi mette in discussione il diritto di sciopero: vogliamo lavorare di più tutto l’anno”, ha sottolineato, richiamando soprattutto donne costrette al part-time “volontario”, chi ha contratti di pochi mesi e i giovani laureati costretti a emigrare perché sottopagati.​

Valfrè: salari bassi, sanità al limite, troppe risorse alle armi

Nel mirino della Cgil c’è la legge di bilancio 2026, giudicata “sbagliata e dannosa” perché non corregge le disuguaglianze e, anzi, secondo il sindacato le aggrava. Valfrè ha attaccato la scelta di destinare maggiori risorse alla difesa, con un obiettivo di spesa militare che nei prossimi anni viene indicato in forte crescita, mentre la sanità resta inchiodata a una quota del Pil inferiore alla media europea e insufficiente a coprire l’aumento dei bisogni, soprattutto in una regione come il Piemonte, dove liste d’attesa e fuga verso il privato sono ormai strutturali.​

La segretaria ha insistito sul nodo dei salari, ricordando come il combinato disposto di inflazione e “fiscal drag” finisca per erodere gli aumenti contrattuali: “Lo vediamo tutti quando abbiamo qualche euro in più in busta paga: prezzi e tasse mangiano il resto”, ha detto, chiedendo un fisco che alleggerisca lavoratori dipendenti e pensionati e un contributo aggiuntivo sui redditi più alti per finanziare sanità, scuola, trasporti e servizi sociali. Una proposta che, nelle parole di Valfrè, si accompagna alla richiesta di una lotta vera all’evasione, mentre il Governo continua a puntare su condoni e ampliamento dell’uso del contante.​

Pace, welfare e la critica a un modello di sviluppo “sbilanciato”

L’intervento ha toccato anche il fronte internazionale e quello dei diritti: la Cgil rivendica lo sciopero contro la guerra a Gaza e la partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi, legandoli a una critica complessiva a un modello di sviluppo che investe miliardi in armamenti e molto meno in welfare, casa, trasporto pubblico, sicurezza sul lavoro. Nelle parole di Valfrè, l’Italia appare come un Paese che invecchia, investe poco in industria e innovazione, scarica i rischi sui lavoratori e non garantisce un percorso dignitoso né durante la vita lavorativa, né al momento della pensione.​

Da qui il giudizio sulla manovra come “pericolosa”, perché rischia di cristallizzare un sistema che divide l’accesso a cura, istruzione, mobilità e casa in base al reddito, lasciando indietro chi ha meno strumenti economici. “Non ci arrendiamo alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione”, ha ribadito la segretaria, chiamando a nuove mobilitazioni, a partire dal presidio sotto il Consiglio regionale contro il Piano sociosanitario piemontese.​

Quagliotti e la “bomba atomica” Konecta

Su piazza Alfieri, però, oggi non c’era solo la legge di bilancio. A rendere ancora più pesante il clima è stata la crisi di Konecta, il colosso dei call center che ha annunciato la chiusura del sito di Asti, scelta che il sindaco Maurizio Rasero ha definito una “bomba atomica” per il territorio.

Il segretario generale Cgil Asti, Luca Quagliotti, ha legato apertamente sciopero generale e vertenza Konecta: “E' una decisione sbagliata, che danneggerà pesantemente il territorio, oltre ovviamente le lavoratrici e i lavoratori del sito. Peraltro quella è un’azienda  a impiego fortemente femminile. Per una provincia che già ha problemi rispetto all’occupazione femminile sarebbe un colpo terribile.”

Il giudizio sui vertici aziendali è durissimo: “Sono scelte fatte da chi vuole solo ed esclusivamente lucrare su tutto. In realtà noi temiamo che la verità sia che loro vorrebbero licenziare, ma preferiscono non farlo e vogliono che siano i lavoratori a licenziarsi. Questo secondo noi è abbastanza evidente, perché se no non ha nessun senso.”

Quagliotti ha ricordato che non si è di fronte a un sito decotto: “Le commesse oggi c’erano, c’era una piccola crisi, hanno aperto una cassa integrazione non molto tempo fa. Ma rispetto al passato, rispetto ad altri momenti, era assolutamente insignificante.”

Un settore in crisi e una politica “assente”

La vicenda Konecta, per il segretario astigiano, è la spia di una crisi più ampia: “Sappiamo che c’è un problema grosso che riguarda tutto il settore delle telecomunicazioni. Sono anni che chiediamo al Governo incontri per porre il punto e per capire come andrà il settore, ma non gliene frega assolutamente niente. Vivono alla giornata, tanto a pagare sono sempre i lavoratori e le lavoratrici.”

Sulla trattativa in corso, nessun trionfalismo: “L'unica cosa positiva, devo dire, è riconoscere al sindaco di essersi attivato immediatamente: si sono sentiti con il sindaco di Ivrea e hanno chiesto un tavolo alla Regione Piemonte. Lavorare in sinergia è fondamentale, è quello che noi chiedevamo.”

Ma per il sindacato non basta: “È evidente che noi abbiamo anche la necessità che il governatore Cirio faccia sentire il peso politico della sua maggioranza e anche suo.”

Alessandro Franco


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