Asti - 16 dicembre 2025, 19:32

La solidarietà della Chiesa astigiana ai lavoratori Konecta

Monsignor Prastaro ha preannunciato che redigerà un comunicato con il vescovo di Ivrea per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla grave crisi occupazionale

Monsignor Prastaro con le RSU Konecta

Monsignor Prastaro con le RSU Konecta

La Chiesa astigiana rompe gli indugi e sceglie di schierarsi apertamente a fianco dei lavoratori coinvolti nella difficile vertenza Konecta. Nella giornata di oggi, il vescovo Marco Prastaro ha incontrato una delegazione di sindacalisti che stanno seguendo da vicino le sorti dell'azienda di customer care, con l'obiettivo di comprendere a fondo le dinamiche che rischiano di stravolgere la vita di centinaia di famiglie.

Il vescovo ha voluto ascoltare di persona le problematiche che affliggono i dipendenti, mostrandosi profondamente colpito dalle notizie apprese tramite la stampa locale e nazionale. La situazione, definita ormai da più parti come una vera e propria "bomba sociale", ha spinto monsignor Prastaro a un'azione immediata e concreta. Dopo aver analizzato il quadro attuale, il vescovo di Asti si è messo in contatto con il suo omologo di Ivrea: la decisione scaturita dal colloquio è quella di redigere un comunicato congiunto. L'intento dei due presuli è unire le voci delle diocesi più colpite dal piano industriale per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla gravità del momento.

L'attenzione della Curia verso la crisi occupazionale non si limiterà a questo atto formale. Marco Prastaro ha infatti anticipato che la grave situazione vissuta dai dipendenti Konecta troverà spazio anche nel tradizionale messaggio che invia ogni anno agli organi di informazione in occasione delle festività natalizie. Un segnale forte, volto a mantenere alta l'attenzione su una vicenda che tocca il tessuto vivo della comunità.

Sullo sfondo dell'incontro odierno rimane lo spettro del piano presentato dalla multinazionale lo scorso 5 dicembre. Il progetto prevede, a partire da giugno 2026, l'accorpamento delle sedi operative di Asti e Ivrea in un unico hub torinese in strada del Drosso. Una mossa che impatterebbe su circa 400 lavoratori nell'Astigiano e 700 nel Canavese, senza contare il personale in staff leasing.

La preoccupazione espressa dai sindacati al vescovo riguarda soprattutto la sostenibilità economica di tale trasferimento. Con stipendi che spesso si aggirano intorno ai 700 euro per part-time involontari, l'obbligo di pendolarismo verso Torino renderebbe il lavoro antieconomico per molti addetti, la maggioranza dei quali donne.

L'intervento della Chiesa arriva in un momento cruciale: lunedì 22 dicembre è atteso l'incontro decisivo nella sede di Ivrea di Confindustria. In quel conteto, vertici aziendali, istituzioni e parti sociali si confronteranno per tentare di disinnescare una riorganizzazione che i rappresentanti dei lavoratori hanno definito "un piano di distruzione", rivendicando il mantenimento dei livelli occupazionali e la territorialità delle sedi.

Gabriele Massaro

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