Attualità - 21 dicembre 2025, 17:52

Fiaccolata contro la chiusura Konecta: Asti scende in piazza nell'ultimo giorno del Magico Paese [FOTO E VIDEO]

Protesta in piazza Alfieri in concomitanza con la chiusura dei mercatini di Natale, per chiedere che il lavoro resti sul territorio. Domani il confronto con la proprietà

Le immagini della manifestazione (Merphefoto)

Le immagini della manifestazione (Merphefoto)

Fiaccole, o meglio smartphone accesi tra le casette di legno che si spegnevano per l'ultima volta. Cartelli e striscioni sotto le luminarie natalizie. L'ultimo pomeriggio del Magico Paese di Natale ad Asti si è trasformato in una manifestazione di rabbia e speranza, con la fiaccolata organizzata dai sindacati per protestare contro la decisione di Konecta di chiudere la sede astigiana e trasferire circa 400 lavoratori a Torino.​

La manifestazione, convocata da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil  è partita alle 17 da piazza Alfieri, proprio mentre i mercatini del Magico Paese di Natale chiudevano i battenti dopo oltre un mese di festa. "L'occupazione deve rimanere sul territorio. Asti non può permettersi di perdere 400 posti di lavoro", hanno ribadito le rappresentanti sindacali.

Una mobilitazione che arriva da lontano

La vertenza Konecta si trascina ormai da settimane, da quando la multinazionale spagnola ha comunicato il piano di riorganizzazione che prevede l'accorpamento su Torino delle sedi di Asti e Ivrea entro giugno 2026. Un piano che coinvolge complessivamente oltre 1.100 lavoratori in Piemonte, 400 dei quali astigiani.​

La protesta di oggi arriva dopo giorni di mobilitazione crescente. Le assemblee nelle sedi hanno restituito un clima di forte preoccupazione tra i dipendenti, in gran parte donne con contratti part-time e stipendi medio-bassi, per le quali il pendolarismo verso Torino risulterebbe insostenibile sia economicamente che per la conciliazione con i carichi familiari.​

Le istituzioni al fianco dei lavoratori

Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli interventi a sostegno dei lavoratori. Il sindaco Maurizio Rasero ha definito la chiusura della sede una vera e propria "bomba sociale" per la città, sottolineando l'impatto devastante che la perdita di 400 posti di lavoro avrebbe sull'economia locale e sul tessuto commerciale.​

Anche la Chiesa ha preso posizione con forza. I vescovi di Asti, monsignor Marco Prastaro, e di Ivrea, monsignor Daniele Salera, hanno diffuso un comunicato congiunto in cui si schierano apertamente a difesa dei lavoratori, parlando di territori impoveriti e comunità lasciate a se stesse. I due vescovi si sono dichiarati disponibili a "incontrare, ascoltare e sostenere chi è colpito da questa crisi" e hanno auspicato "un salto di qualità nelle riflessioni sullo sviluppo economico" del territorio.​

Stiamo parlando di una multinazionale con sede legale in Spagna che delocalizza senza farsi carico delle conseguenze sui territori”, afferma Vittoria Briccarello (Uniti si può), aggiungendo che “il tavolo del 22 dicembre rischia di essere un dialogo senza chi ha davvero il pallino in mano”. La consigliera avverte infine che “nei prossimi mesi ci saranno molte lotte da fare, perché quando le aziende devono risparmiare non guardano in faccia né i posti di lavoro né la vita delle persone”, ribadendo: “Noi ci saremo”.

Domani il giorno della verità

La fiaccolata di oggi rappresenta l'ultimo atto pubblico prima dell'appuntamento cruciale: lunedì 22 dicembre è infatti convocato il tavolo di confronto al Ministero del Lavoro a Roma tra azienda, sindacati ed enti locali. Si tratta del primo incontro ufficiale dopo l'annuncio del piano di riorganizzazione e potrebbe essere decisivo per capire se esistono margini reali per evitare la chiusura delle sedi.​

I sindacati hanno avviato la procedura di raffreddamento e si presenteranno al tavolo chiedendo il ritiro del piano di chiusura e l'apertura di un vero confronto su soluzioni alternative che garantiscano continuità occupazionale e radicamento territoriale. "Non è troppo tardi, le istituzioni facciano il possibile per fermare la chiusura", è l'appello lanciato dalle organizzazioni sindacali.​

In concomitanza con l'incontro romano, i lavoratori della sede di Ivrea hanno organizzato un presidio davanti alla sede di Confindustria, tra le 11 e le 14, per tenere alta l'attenzione sulla vertenza. La battaglia per salvare i posti di lavoro entra così nella fase più delicata, proprio alla vigilia di un Natale che per centinaia di famiglie astigiane e del Canavese rischia di essere tutt'altro che sereno.​

Alessandro Franco

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