Attualità - 22 dicembre 2025, 14:06

Konecta non retrocede, il tavolo si chiude senza soluzioni: sciopero il 13 gennaio

Sindacati e azienda non trovano l'accordo, confermata la volontà dell'azienda di chiudere le sedi di Asti e Ivrea. I lavoratori proclamano un giorno di mobilitazione con presidio alla Regione Piemonte

La protesta ieri al Magico Paese di Natale (Merphefoto)

La protesta ieri al Magico Paese di Natale (Merphefoto)

Questa mattina  Ivrea non ha portato le risposte sperate per i lavoratori di Konecta in Piemonte. Il tavolo convocato presso Confindustria tra l'azienda e le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil  insieme alle RSU delle sedi di Asti, Ivrea e Torino si è concluso con un nulla di fatto. La multinazionale spagnola ha ribadito la propria posizione: le sedi piemontesi verranno accorpate e la chiusura dei siti di Asti e Ivrea procederà secondo il piano industriale presentato lo scorso 5 dicembre.​

Un confronto che non ha prodotto risultati

"L'azienda si è al momento resa indisponibile al ritiro del progetto annunciato", denunciano le segreterie regionali nel comunicato diramato al termine dell'incontro. Konecta, durante la presentazione del piano industriale svolta a livello nazionale, aveva manifestato l'intenzione di accorpare le sedi piemontesi per "razionalizzazione", spostando circa 400 dipendenti da Asti e 700 da Ivrea verso la sede torinese di strada del Drosso. Una decisione che comporterebbe costi e tempi di percorrenza insostenibili per centinaia di famiglie.

Le organizzazioni sindacali avevano chiesto con forza soluzioni alternative e la possibilità di discutere misure di salvaguardia dei posti di lavoro anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni in prima linea con la Regione Piemonte. Ma l'azienda, pur riconoscendo formalmente la disponibilità delle OO.SS. a confrontarsi, ha scelto di non modificare i propri piani, nonostante gli investimenti sul territorio piemontese attratti negli anni passati e l'importanza strategica delle commesse gestite per clienti come Iren, Eni, WindTre, Vodafone, Mediolanum e Allianz.

Sciopero e presidio alla Regione

Di fronte al muro eretto dall'azienda, i sindacati hanno annunciato la proclamazione dello sciopero per l'intera giornata lavorativa del 13 gennaio 2026, con presidio sotto la Regione Piemonte. "La chiusura delle sedi e lo spostamento del personale rappresenta un chiaro segnale di disimpegno dell'azienda dall'area piemontese con gravi conseguenze sociali e occupazionali", sottolineano le sigle sindacali nel documento congiunto

La mobilitazione era già iniziata nelle scorse settimane con assemblee, fiaccolate e presidi davanti a Confindustria. I lavoratori di Asti e Ivrea hanno espresso tutta la loro preoccupazione per un futuro che li costringerebbe a percorrere decine di chilometri ogni giorno, con stipendi che non permettono di sostenere tali costi. "È un colpo terribile per l'occupazione, soprattutto femminile, nel nostro territorio", aveva dichiarato il segretario generale Cgil di Asti, Luca Quagliotti.​

L'appello alla Regione Piemonte

Ora l'attenzione si sposta sul livello istituzionale. I sindacati hanno chiesto immediatamente alla Prefettura di attivarsi per coinvolgere la Regione Piemonte sulla vicenda. L'obiettivo è quello di aprire un confronto più ampio che possa mettere pressione su Konecta e costringerla a rivedere la propria strategia di abbandono del territorio.

"Individuare soluzioni alternative per la preservazione delle sedi piemontesi" resta la priorità assoluta per le rappresentanze dei lavoratori, che hanno ribadito la disponibilità ad aprire un confronto vero e costruttivo per la salvaguardia dei posti di lavoro anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni. Ma se l'azienda continuerà a mantenere la linea della chiusura, la vertenza è destinata a salire di tono con lo sciopero del 13 gennaio che potrebbe essere solo il primo atto di una mobilitazione più lunga.

Redazione

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