Asti lancia una sfida ambiziosa al disagio giovanile e all'isolamento sociale, mettendo in campo una sinergia istituzionale senza precedenti. Presso la Prefettura è stato presentato "Includo", un progetto ad ampio respiro finanziato dalla Regione Piemonte, nato per accompagnare le nuove generazioni in un percorso di crescita che tocca ogni aspetto della vita quotidiana: dall'istruzione al lavoro, dallo sport alla salute mentale.
A fare gli onori di casa è stato il capo di Gabinetto della prefettura, Giuseppe Recupero, che ha sottolineato il valore politico e sociale dell'iniziativa: "Investire sui giovani, sulla cultura e sulla salute significa investire davvero sulla democrazia", ha dichiarato, evidenziando come la rete creata tra enti, associazioni e terzo settore rappresenti un metodo di lavoro virtuoso per supportare i ragazzi "a tutto tondo".
Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento di 80 mila euro (il massimo previsto dal bando regionale), si articola su cinque linee strategiche illustrate dai tecnici comunali e dalla funzionaria Ornella Lovisolo. Le azioni prevedono l'accompagnamento all'inserimento lavorativo, lo sviluppo della partecipazione attiva e politica, la promozione di stili di vita sani, l'avvicinamento allo sport e l'educazione ambientale. Un approccio olistico reso necessario da un contesto sociale mutato radicalmente negli ultimi anni.
L'assessore comunale all'Istruzione Loretta Bologna ha posto l'accento sulle ferite lasciate dalla pandemia: "I giovani sono quelli che hanno sofferto di più, vivendo un fenomeno di isolamento che nessuna generazione aveva provato recentemente". Per Bologna, la forza di "Includo" risiede nella sua capacità di sopravvivere alle singole amministrazioni, creando un "tessuto educante" stabile. Saranno individuati spazi dedicati dove personale specializzato e psicologi potranno intercettare le criticità, offrendo un supporto che spesso le famiglie, in fase di cambiamento, faticano a garantire da sole.
Cruciale il ruolo della sanità pubblica. Andrea Fabbo, direttore sanitario dell'Asl di Asti, ha confermato l'aumento preoccupante di fenomeni come tossicodipendenze, disturbi del comportamento alimentare e ritiro sociale. "L'obiettivo è portare il tema della prevenzione in questo contesto", ha spiegato Fabbo, ricordando l'imminente insediamento di una nuova direttrice di Psichiatria, esperta in disagio adolescenziale. L'Asl lavorerà sia nelle scuole che nei luoghi di aggregazione informale per agganciare i ragazzi prima che il disagio diventi patologia.
A chiudere il cerchio è il mondo della scuola, rappresentato da Stella Perrone, dirigente dell'Istituto Alfieri, che con i suoi 1270 studenti rappresenta un osservatorio privilegiato: "La scuola non può rimanere chiusa nelle sue mura, non faremmo un buon lavoro", ha affermato la dirigente, ringraziando il suo team, tra cui le docenti Antonietta Balanzino ed Elisa Medici. Per la scuola, il progetto è un'occasione per formare non solo studenti competenti, ma cittadini "affidabili" e responsabili, capaci di lavorare in team e di donarsi agli altri attraverso laboratori espressivi e azioni di volontariato.
Con lo sguardo rivolto al 2026, Asti scommette dunque su un modello di welfare di comunità, dove la cura delle nuove generazioni diventa una responsabilità condivisa tra istituzioni e società civile.









