Attualità - 27 dicembre 2025, 12:00

2025: un anno di svolta tra sicurezza, innovazione e protezione del territorio. Intervista al Prefetto Claudio Ventrice

Dal prossimo ripristino dello storico corpo di guardia in Prefettura ai successi della Protezione Civile, fino alla lotta contro la piaga degli incidenti stradali: il bilancio di un anno di lavoro intenso nel racconto del Prefetto di Asti

Il Prefetto Claudio Ventrice (Merphefoto)

Il Prefetto Claudio Ventrice (Merphefoto)

Il 2025 si chiude per Asti con un bilancio che il Prefetto Claudio Ventrice definisce senza mezzi termini come "estremamente positivo". In un'ampia intervista concessa al nostro giornale per fare il punto sull'attività dell'ufficio territoriale del governo, il Prefetto ha ripercorso i traguardi raggiunti grazie a un lavoro di squadra che ha coinvolto istituzioni, forze dell'ordine e sindaci della provincia. Dalla gestione delle emergenze idriche alla sicurezza nei pronto soccorso, fino alla risoluzione di crisi aziendali, la Prefettura si è confermata un "faro illuminante" per gli enti locali e un punto di riferimento per la cittadinanza

Prefetto, da dove vuole iniziare?

Dalla protezione civile, senza dubbio. Sono soddisfattissimo perché oggi tutti i 118 comuni della provincia hanno un piano di protezione civile aggiornato. L'anno scorso ne mancavano ancora otto, ora si sono adeguati. Ma la vera conquista è il piano di emergenza esterno di un' azienda di gas, l'unica  a rischio del territorio. È stato approvato quattro giorni fa dopo decenni di attesa. Se dovesse succedere qualcosa, oggi sappiamo tutti cosa fare: dai vigili urbani ai carabinieri, dall'ASL ai vigili del fuoco.

Un risultato importante per un territorio che ha vissuto momenti di crisi idrica e altre emergenze.

Esattamente. Abbiamo risolto l'emergenza idrica di un gruppo di comuni da Bubbio in giù, convocando sindaci e società di gestione. Abbiamo affrontato il problema del comune di Casorzo, dell'ex magazzino Combipel a Cocconato d'Asti. E poi c'è stata la vicenda della casa di riposo Maina: i commissari sono riusciti a venderla, ma prima abbiamo dovuto superare ostacoli burocratici con la Sovrintendenza. Senza la prefettura a fare da ponte, difficilmente si sarebbe sbloccato tutto.

Lei ha parlato di voler essere il "faro illuminante" dei comuni.

L'ho detto nel 2022 durante la festa della Repubblica e così è stato. I sindaci hanno trovato le porte aperte, hanno capito che la prefettura non è solo un organo di consulenza ma anche di risoluzione dei problemi. Abbiamo fatto tavoli tecnici su ogni tipo di questione: dal problema dei rally nel periodo del tartufo, che danneggiavano ristoratori e agriturismi, alla crisi della Sirion, l'azienda che produce componenti per il settore automobilistico. C'erano 110 dipendenti a rischio di non percepire stipendio e tredicesima. Siamo intervenuti e alla fine quelle famiglie hanno potuto trascorrere un Natale sereno.

Sul fronte dell'ordine pubblico?

Sono molto soddisfatto. Tutte le grandi manifestazioni si sono svolte nella massima tranquillità: il Palio, la Douja d'Or, la Sagra delle Sagre, i mercati di Natale. Le famiglie hanno potuto circolare senza problemi. Abbiamo firmato 30 nuovi patti per la sicurezza partecipata con i sindaci, arrivando a 70 comuni su 118. Ma la soddisfazione più grande è stata la chiusura del campo rom di via Guerra.

Un'operazione complessa.

Faccio un plauso al sindaco e all'amministrazione comunale. Il progetto è stato affidato a una società di Roma che ha accompagnato 140 famiglie verso soluzioni alternative: contributi per sistemare case di proprietà, alloggi comunali, percorsi di inserimento scolastico per i bambini. Non abbiamo abbandonato nessuno. È diventato un modello nazionale. Noi come prefettura siamo stati sempre presenti, con postazioni fisse di carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato nei momenti più delicati. Abbiamo eliminato una spada di Damocle che pesava sulla città.

Il protocollo per la sicurezza del pronto soccorso ha fatto scuola.

Siamo stati i primi in Piemonte e tra i primi in Italia. Abbiamo installato 27 telecamere collegate alle sale operative delle forze dell'ordine. Basta premere un bottone rosso e in due-tre minuti arrivano gli agenti. Da allora i problemi sono stati minimi. L'assessore regionale Riboldi ci ha fatto i complimenti e ha esportato il modello a Torino e in altre province. Abbiamo fatto protocolli simili con i tabaccai, le farmacie di Federfarma, i commercianti di Confcommercio. È sicurezza diffusa, partecipata.

E i giardini pubblici, erano un suo pallino.

Lo sono ancora. Ho chiesto all'amministrazione comunale di potenziare l'illuminazione, il contratto con la vecchia società è scaduto. Con l'arrivo della primavera farò stazionare le forze di polizia come l'anno scorso. Ora dovrebbe riaprire anche un chiosco, quindi ci sarà più controllo. Avevo proposto di recintare tutto il parco con orari di apertura e chiusura come nei grandi parchi, ma è un progetto costoso"

Veniamo alla sicurezza stradale, tornata alla ribalta con gli ultimi, drammatici, fatti.  Asti ha ancora la maglia nera per incidenti mortali.

Ho chiesto a tutte le forze di polizia di aumentare i controlli e i posti di blocco. In 20 giorni, solo con i carabinieri, abbiamo identificato 800 persone in un'operazione di fermo macchine. Ho sollecitato la polizia provinciale a intensificare i controlli sulle auto prive di copertura assicurativa e revisione: sono i pirati della strada. Se causano un incidente, le famiglie delle vittime non ricevono nulla se non qualche spicciolo dal fondo vittime della strada.

La task force sulla sicurezza sul lavoro ha dato risultati.

Sono soddisfattissimo. Quando abbiamo iniziato, Asti aveva la maglia nera a livello regionale per numero di morti sul lavoro. Oggi, secondo una società di Mestre che ha pubblicato i dati, indossiamo la maglia bianca insieme a Verbania, Vercelli e Biella. Facciamo quasi quattro controlli al mese con tutti i componenti della task force. La voce si è diffusa: le aziende e i cantieri si sono adeguati alle normative. Ho chiesto all'Unione Industriale di organizzare più corsi di formazione e di stimolare gli iscritti a investire in macchinari moderni, più sicuri.

Lei ha definito il corpo di guardia "il colpo dell'anno".

Sono orgogliosissimo. Fra due mesi questa prefettura avrà un corpo di guardia h24. Eravamo una delle poche prefetture in Italia senza. Il sindaco Rasero mi ha dato i locali che erano occupati dall'URP della Regione: 35 metri quadrati, uno dei corpi di guardia più grandi d'Italia. Vetro blindato, porta blindata, bagno a norma. Ho ottenuto i finanziamenti dal Ministero dell'Interno, i lavori sono già partiti e riprenderanno dopo l'Epifania. In dieci settimane sarà pronto.

Non è solo una questione di sicurezza per il palazzo.

È un presidio per tutta piazza Alfieri. Il poliziotto che starà lì 24 ore e controllerà anche le 12-13 telecamere puntate sui giardini e sulla piazza. Se nota qualcosa, chiama le volanti: è un intervento immediato. Chi entrerà in prefettura dovrà lasciare un documento e riprenderlo all'uscita. Sapremo sempre chi c'è dentro. Voglio fare una bella inaugurazione a inizio primavera, magari con qualcuno del Ministero.

Prefetto, a chi va il suo ringraziamento?

A tutte le forze di polizia: il questore, i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, il comandante della polizia municipale. Un plauso speciale ai vigili del fuoco, fondamentali per il piano di emergenza e per i comuni senza risorse economiche per i piani di protezione civile. E alle associazioni di volontariato, sempre presenti nelle esercitazioni a Canelli, Nizza, Bubbio. Un grazie al sindaco Rasero per il progetto del campo rom e per avermi dato i locali del corpo di guardia. E infine a voi giornalisti: tramite la stampa  la gente capisce cosa si fa in questo palazzo. Alla fine del resoconto di fine anno, molti invitati mi hanno detto che non avevano idea di quanto lavoro si svolge qui. Stiamo spesso fino a tarda sera.

Asti ha ospitato visite istituzionali di altissimo livello.

Il Presidente della Repubblica, il Papa, il capo della polizia, la presidente del Consiglio Meloni. Garantire la sicurezza in questi eventi non è facile per una prefettura come la nostra. Quando il vescovo mi chiamò per dirmi che fra 45 giorni sarebbe arrivato il Papa, ho sudato freddo. Abbiamo fatto tantissimi comitati, ma alla fine la gendarmeria vaticana ci ha fatto i complimenti per come abbiamo gestito l'ordine pubblico. È stata una soddisfazione immensa.

Alessandro Franco

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