“Con questa marcia vogliamo ricordare la situazione che vive chi è svegliato dai bombardamenti, chi ha angoscia di pensare ai propri cari, rapiti e tenuti ostaggio” è questo che ha spinto la rete Welcoming Asti a radunarsi oggi per una fiaccolata per la pace.
Il percorso, accompagnato da bandiere della pace e canzoni a tema come Imagine di John Lennon e Generale di Francesco De Gregori, è partito da piazza San Secondo verso la prefettura di piazza Alfieri, piazza Roma, terminando in piazza Cattedrale.
Diversi gli interventi, che hanno posto l’attenzione sulle attuali guerre, incluse quelle di cui a volte sembra non ricordarsi.
Il gemellaggio come strumento per il dialogo internazionale
Il sindaco Domenico Lucano aveva presentato il mese scorso una proposta di gemellaggio tra il comune che amministra, Riace, e Gaza City. Una proposta rigettata dagli organi istituzionali superiori per non compromettere l’attuale ruolo ricoperto dall’Italia nel conflitto israelo palestinese.
Ricordate anche le parole di Papa Leone XIV, che ha ribadito l’importanza dei sindaci di curarsi dei propri cittadini, prendendo d’ispirazione colui che fu sindaco di Firenze tra il 1961 e il 1965: Giorgio Lapira. Per Lapira i gemellaggi erano un vero e proprio strumento di gemellaggio internazionale, utili a superare le contrapposizioni ideologiche e i contrasti culturali. Un volere anche del primo cittadino Lucano e di cui la rete ha sottolineato l’importanza di ambire ad un progetto di unione di questo tipo, proficuo ad un’alleanza tra popoli e comunità.
La carenza sanitaria in Sudan
Un’altra testimonianza aveva come protagonista un signore che è stato in un ospedale del sud Sudan. Nonostante l’apparente ricchezza del Paese, le risorse sempre sottratte dai più abbienti lo rende povero di strutture idonee, giungendo a situazioni sanitarie tragiche.
Le persone che sono riuscite a giungere a Tawila dopo che le forze di supporto rapido hanno preso d’assalto El Fasher sono poche, e le vittime - in maggioranza donne e bambini - sono difficili da curare.
I racconti spesso parlano di vittime sottoposte a torture e ridotte a mangiare mangime per animali.
Il Myanmar, una democrazia distrutta
Una delle ultime tappe del corteo ha ricordato la nazione del Myanmar, precipitata in una crisi umanitaria dopo il colpo di stato militare del 2021.
I civili si sono ritrovati con un governo democraticamente eletto rovesciato, vittime di combattimenti aerei e uccisioni, aggravati da disastri naturali sempre più frequenti e devastanti.
Per loro la rete Welcoming chiede pace, dialogo e dignità.
Gaza: un inferno quotidiano
Il corteo si è concluso in piazza Cattedrale, dove è stato rivolto un pensiero a Gaza e alla finta pace a cui è stata sottoposta “Gaza è diventato un inferno dove ogni mese porta un nuovo modo di lottare o morire”.
Non si può più parlare di dignità, a mala pena di sopravvivenza, è necessario permettere l'ingresso di materiali per i rifugi, interrompere la dipendenza da beni commerciali costosi - impossibili da permettersi - e consentire alle organizzazioni umanitarie di distribuire aiuti su larga scala.
La rete Welcoming ha voluto ricordare l’importanza di essere in piazza quando serve, informarsi e soprattutto lottare per il pacifismo, un ideale non da romanticizzare e percepire come utopia.
































