"Sono da poco uscito dalla Casa di reclusione di Asti dove ho trascorso la mattinata dopo aver appreso con profonda costernazione la tragica notizia del suicidio di una persona detenuta, arrestata da pochi giorni, ed esprimo la mia vicinanza ai suoi famigliari". Con queste parole il garante dei detenuti, Domenico Massano, commenta l'ultimo dramma avvenuto nel penitenziario astigiano, sottolineando come l'episodio "testimonia il senso di solitudine e l’affievolirsi di ogni speranza per chi viene recluso".
Secondo quanto riferito al garante dalla Direzione dell'area sanitaria e dal Comandante della Polizia Penitenziaria, entrambi "molto provati per l’accaduto", il personale in servizio è intervenuto prontamente senza, purtroppo, riuscire a evitare il tragico epilogo.
L'allarme: "Ottanta vite spezzate in un anno"
Massano pone un dato agghiacciante all'attenzione: "Si tratta dell’ottantesima persona che quest’anno si è tolta la vita in carcere. Non si tratta di numeri, ma di vite che si sono tragicamente spente". Vite che, afferma, "non ci possono lasciare indifferenti, che devono interrogare e che devono riportare l’attenzione sulla drammatica situazione che si vive entrando nelle carceri del nostro paese".
Il garante individua le cause strutturali: "Il cronico sovraffollamento e le carenze di personale, che affliggono il nostro sistema penitenziario, carcere astigiano incluso, sono problemi che richiedono urgenti soluzioni". Soluzioni necessarie per prevenire ulteriori drammi, per garantire la finalità della pena costituzionalmente prevista e, soprattutto, per "restituire speranza".
Il racconto dal carcere: "Purtroppo è anche questo"
Nel corso della visita, Massano ha parlato con un altro detenuto della stessa sezione, il quale, "con tristezza e rassegnazione", gli ha detto: purtroppo il carcere è anche questo. Una frase che il garante respinge con forza: "Ma non deve essere così".
La sua conclusione è un appello all'azione: "È importante rompere il muro di silenzio che avvolge il carcere per riportare speranza, riconoscere le sofferenze che vi si vivono e attuare interventi concreti ed immediati per migliorare la situazione e garantire diritti".





