Economia e lavoro - 11 luglio 2019, 07:00

Libro Blu Agenzia Dogane e Monopoli: i piemontesi e il pallino dell'online

Il Libro Blu del 2020, l'agenda dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ogni settembre rende pubblici i dati relativi alla sue attività sul territorio italiano, restituisce un quadro inedito del Piemonte.

Libro Blu Agenzia Dogane e Monopoli: i piemontesi e il pallino dell'online

Il Libro Blu del 2020, l'agenda dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ogni settembre rende pubblici i dati relativi alla sue attività sul territorio italiano, restituisce un quadro inedito del Piemonte.

In regione ormai a farla da padrone nel settore dei giochi è il mercato dell'Online. Un giro d'affari che in Italia vale infatti ben 49,23 miliardi rappresentando il 55,7% dell'intero comparto a fronte dei 39,15 miliardi raccolti dalla rete fisica (il 44,3%). Sono dunque sempre meno i piemontesi (soprattutto tra i più giovani) che si prendono la briga di cercare la classica combinazione vincente in ricevitoria, i bingo prendono sembianze di cattedrali nel deserto e soprattutto i casinò tradizionali non tirano più come una volta.

E pensare che fino ad una manciata d'anni fa la maggioranza dei piemontesi “in amore” con il tavolo verde mancavano raramente il blitz a Sanremo e Saint Vincent nel weekend favorito dalla vicinanza geografica con due dei maggiori hub del gioco dal vivo in Italia, insieme a Venezia e Campione d'Italia. Oggi si assiste ad una progressiva “diserzione di massa” e mentre nelle stanze della politica si discute su come sventare il rischio di banche rotte e cassa integrazione per le migliaia di impiegati che lavorano in queste strutture, fa quasi sorridere pensare che nel 2010 il Piemonte, con il consigliere regionale in quota Lega Paolo Tiramani, fu tra i promotori del naufragato ddl Brambilla.

Sotto l'egida del Governo Berlusconi questo decreto mai giunto ad approvazione, si prometteva di concedere nuove licenze per l'apertura di casinò sul territorio nazionale. Tra le papabili location venne indicata anche Stresa, paesino sul Lago Maggiore che nei primi del '900, prima del giro di vite voluto dal fascismo, ebbe un frequentatissimo casinò, un piccolo gioiellino che andava a completare l'offerta turistica della località del verbano già dotata di un noto centro termale.

I casinò tradizionali sono ormai praticamente un ricordo del passato. La diffusione di Smartphone, pc e tablet, la sempre più capillare copertura del segnale internet e l’espansione del web hanno favorito negli ultimi anni un visibile cambio di rotta. Le nuove generazioni sono infatti attratte dalle proposte dei casinò online, sale giochi moderne attrezzate con sistemi all’avanguardia come slot machine simili a videogame, tavoli da poker e blackjack in realtà virtuale dove si compete al tavolo con il proprio avatar mentre croupier ripresi in live dalla webcam, mettono in moto roulette e distribuiscono carte e fiches ai partecipanti connessi da remoto.
Uno sguardo più approfondito sui dati prodotti da ADM rivela che tra 2019 e 2020 la crescita delle sale da gioco online ha fatto registrare uno strabiliante +35,25%, circa il doppio rispetto al 2018/2019. La maggior parte dei nuovi conti online è stata aperta nella fascia d'età tra i 18 e i 34 anni (circa 3 milioni e mezzo di nuovi utenti) contro i poco più 700.000 nella fascia dai 35 ai 44 anni. Sotto questo punto di vista il Piemonte è la quarta regione italiana (dopo Campania, Lombardia e Sicilia) contando 751.923 conti attivi di cui 241.237 aperti nello scorso anno.

La popolarità dell'online è testimoniata anche dall'alto numero di rounder piemontesi presenti nella top 50 del poker italiano. Nella Italian All Money List di Hendon Mob, il portale britannico specializzato nelle analisi statistiche dell'Hold'em Sportivo, al secondo posto tra i più ricchi e vincenti Pro d'Italia risulta infatti l'alessandrino Mustapha Kanit. L'asso del tavolo verde conosciuto nei circuiti dell'online con il soprannome di “Lasagnamm” o Mustacchione per via dell'irsuto paio di baffi che contraddistingue il suo personaggio, vanta un patrimonio totalizzato in tornei di oltre 11 milioni di dollari. Il secondo piemontese in lista è invece il roccabrunese Alessio Isaia, ottavo tra i top d'Italia che si deve “accontentare” di un montepremi stimato di circa 2 milioni e mezzo di dollari. Al terzo posto a livello regionale c'è il torinese Francesco De Vivo (26imo tra i Pro italiani) che di poco sfora il milione di dollari guadagnati in carriera. Una cifra più che ragguardevole considerando che questo per questo rounder il poker risulta essere soltanto un hobby.

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