Attualità - 14 novembre 2019, 07:39

Cittadinanza a Liliana Segre e taglio del 50% a Israt. La politica si interroga

Il sindaco Rasero:"Minoranza immatura e dipendenti deontologicamente scorretti. Abbiamo fatto altri tagli, devo pensare a non aumentare le tasse agli astigiani"

Mario Renosio e Nicoletta Fasano dell'Israt

Mario Renosio e Nicoletta Fasano dell'Israt

La discussione accesa in città nei giorni scorsi sulla cittadinanza alla senatrice Liliana Segre, torna a puntare il fare su un'importante istituzione della città, l'ISRAT, istituto storico per la Resistenza che dal 1984, insieme ad altri Enti (tra cui il Comune) è un tassello importante nel tessuto provinciale e porta avanti tante iniziative finalizzate alla conoscenza e alla cultura e a contrastare proprio intolleranza e razzismi.

"Noi siamo con Liliana- scriveva l'Israt su Facebook qualche giorno fa - Siamo da sempre contro le manifestazioni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono da troppo tempo la scena pubblica e che sono tollerati da troppo tempo anche in nome di una libertà di espressione che non significa libertà di offesa. Siamo contro chi ammicca o non prende le distanze da saluti romani, simboli nazisti e fascisti, definendoli 'ragazzate' o sottovalutandone il significato. Siamo contro le parole, i gesti, gli atti che offendono gli altri, i 'diversi' le minoranze. Siamo contro coloro che smantellano poco per volta i presidi della storia, della ricerca, della memoria per poi, con ambiguità ed ipocrisia, dare il proprio sostegno e la propria solidarietà alle vittime di turno. Siamo contro questo sistema culturale nel quale la didattica della storia è quasi scomparsa. Siamo contro i luoghi comuni, le frasi fatte, le equiparazioni tra tutti gli 'ismi' della storia. Siamo contro la povertà e l'aridità culturale che stanno segnando inequivocabilmente la nostra società. Siamo con Liliana Segre, perché lei rappresenta Enrica, Elda, Paolo, Renato, Natalino, Sergio, Ferruccio, Quinto, Lidia, Anna, e tutti coloro che ci hanno regalato le loro storie e le loro memorie di perseguitati perché credevano nella libertà o per un'assurda appartenenza razziale.
Saremo destinati forse a sparire, a chiudere come altre associazioni o enti culturali, ma non smetteremo mai di difendere il diritto alla diversità di ciascuno... perché è, semplicemente, diritto alla vita".

I DIPENDENTI DI ISRAT DIFENDONO IL LORO LAVORO

Ieri sulle pagine di Nicoletta Fasano e Mario Renosio, dipendenti Israt è comparso un commento a proposito della proposta di cittadinanza a Liliana Segre:"Concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre è sicuramente un gesto importante. Rischia di essere però un atto di pura immagine, da esibire o da usare, a seconda dei casi, se - come sta succedendo - si tagliano contemporaneamente i fondi a chi da 35 anni ogni giorno lavora proprio per contrastare il rinascere e il manifestarsi, nei comportamenti quotidiani come in quelli pubblici, di segnali di intolleranza e di razzismo".

Una difesa accorata del loro operato prezioso che rischia di essere drasticamente ridimensionato in quanto il Comune intenderebbe ridurre del 50% il contributo di partecipazione all’ISRAT.

LA POLITICA SCENDE IN CAMPO

Anche la politica è scesa in campo nei giorni scorsi e ieri sia il Gruppo Uniti si può che il Gruppo consiliare del PD hanno espresso i loro dubbi:" Apprezziamo la disponibilità e la sensibilità del Sindaco Rasero in merito al conferimento della cittadinanza onoraria alla Signora Liliana Segre - scrivono Ferlisi, Dolce e Sutera del PD - e affinché l’atto non si limiti ad una pura operazione di immagine, crediamo sia importante avviare subito un percorso di confronto, ascolto e di azioni concrete sulle tematiche dell’intolleranza e del razzismo.

Chiediamo, come Gruppo Consigliare, Circolo del Comune di Asti e Federazione Provinciale PD l’impegno del Sindaco a predisporre  un emendamento della maggioranza per ripristinare i fondi all’ente ISRAT di Asti che da sempre opera per la difesa e la diffusione dei valori della Resistenza, della Costituzione e della cittadinanza".

 "Proprio a seguito di questa apertura, che valutiamo positiva, e attiva, lavorando con il territorio, le scuole e i cittadini, mettendo a disposizione materiali e personale qualificato. Proponiamo inoltre al Presidente del Consiglio Comunale di istituire, una "Commissione Speciale per il contrasto ai fenomeni dell'intolleranza, del razzismo, dell'antisemitismo e dell'istigazione all'odio e alla violenza".

Sulla stessa linea Uniti si può con Passarino e Anselmo:"Condividiamo questa decisione, ma viene il dubbio che sia un’operazione di facciata dato che allo stesso tempo la Giunta non vuol sentire ragione sul taglio dei fondi all’Istituto storico della Resistenza. Sarebbe l’ennesima prova di una politica che punta solo all’immagine e che si contraddice pesantemente alla prova dei fatti".

L'ISRAT ... DI COSA SI OCCUPA

L’ISRAT è ospitato al secondo piano di Palazzo Ottolenghi, conta solo due dipendenti in pianta stabile: il direttore Mario Renosio e la ricercatrice Nicoletta Fasano. È un consorzio cui partecipano la Provincia di Asti al 6,06%, il Comune di Asti al 56,29%, i Comuni di Nizza e Canelli con il 3,79% delle quote e via via altri 49 Comuni con quote marginali tra 2,53% e 0,19%.

Il Bilancio consuntivo del 2018, approvato dall’assemblea consortile, si è chiuso con un avanzo di amministrazione di 16.217,71 euro. Tutti i servizi all'utenza ed alle scuole vengono offerti gratuitamente Dal 1986 ad oggi l'Israt ha prodotto 57 volumi a stampa. Gli archivi conservano memoriali, materiali e documenti (oltre 300.000 carte), testimonianze orali (400 ore circa) di protagonisti della storia sociale, politica ed economica dell'Astigiano. La biblioteca specializzata comprende oltre 30.000 volumi ed opuscoli sui temi della storia contemporanea, della metodologia della ricerca, delle scienze politiche, sociali, economiche.  L'emeroteca offre circa mille testate e la videoteca oltre 2.500 titoli tra film e documentari. 

L'INCONTRO CON IL SINDACO

Il 6 novembre scorso c'è stato un incontro tra il sindaco Rasero e il CDA di Israt, dove è stato sostanzialmente confermato il taglio del 50% delle quote consortili. Spiega il direttore scientifico Mario Renosio:"L'istituto sarà in enorme difficoltà per la chiusura del bilancio. Le quote devono coprire il costo del personale e non è pensabile che i piccoli Comuni debbano compensare il taglio di 22.500 euro. In discussione c'è l'attività dell'Istituto. Se uno dei due dipendenti se ne deve andare, si dimezza l'attività dell'Istituto. Non c'è nessun attacco al sindaco nei nostri post, ma per dare gambe alle tematiche  poste proprio da Liliana Segre, occorre lavorare quotidinamente nelle scuole sui temi della conoscenza ed educazione. A parziale compensazione di questo taglio il sindaco si è reso disponibile a valutare di farsi carico di una parte della gestione amministrativa".

LE CONSIDERAZIONI DEL SINDACO MAURIZIO RASERO

Se un amministratore deve pensare indiscutibilmente al bene della città e prendere, a volte, decisioni che possono essere impopolari, il sindaco Rasero spiega che la sua amministrazione, proprio sulle discriminazioni ha lavorato molto con l'assessore Mariangela Cotto. "Abbiamo creato il Nodo Antidiscriminazione. Non è affatto una prerogativa del centro sinistra, abbiamo antenne sul territorio contro ogni forma di discriminazione. Siamo davvero la città del rispetto. Di cosa stiamo parlando? La nostra battaglia non è certo contro l'attività dell'Israt ma contro una sbagliata divisione dei costi. Più passa il tempo più scopro che sta diventando un colabrodo. Ci sono spese incredili. Voglio capire come spendere al meglio i soldi dei cittadini".

Ma non basta "La minoranza è immatura dimostra che i tentativi fatti per trovare degli accordi, non va mai bene. I dipendenti dell'Israt non sono stati deontologicamente corretti con le loro affermazioni e uscite. Se gli astigiani sapessero davvero quanto costa l'Israt tra fondi, bollette, riscaldamento, magari ci chiederebbero di investire da qualche altra parte.

L'attività non è in discussione e nemmeno il valore che riconosciamo. Stiamo facendo dei tagli anche da altre parti per non aumentare le tasse ai cittadini. La Provincia 10 anni fa metteva 48mila euro. Ora ne mette 4.800. Ma nessuno ha detto nulla. Dal 2015 copriamo anche una parte della Provincia. E non possiamo più farlo".

Betty Martinelli


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