Salgono a 85 i casi positivi al Coronavirus in Piemonte. Un numero destinato verosimilmente a salire e che spinge l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte ad ammettere: “I cittadini piemontesi dovranno convivere con quest’emergenza per settimane”.
Al momento i test effettuati in tutta la regione sono oltre 500, di cui 398 negativi, 85 positivi e 47 in corso. La provincia più colpita risulta essere quella di Asti con 41 casi, a seguire i 16 di Alessandria, gli 11 di Torino, i 5 del Verbano Cusio Ossola, i 4 di Vercelli i 3 di Novara e infine il primo caso riscontrato proprio oggi pomeriggio nel biellese. Tra i positivi vi sono 43 in isolamento fiduciario domiciliare, 14 in terapia intensiva e 27 nei reparti. Accertato e confermato anche il primo decesso: si tratta di un 80enne cardiopatico e pluripatologico. I sanitari stanno effettuando accertamenti per stabilire se la causa morte primaria sia la polmonite da coronavirus o una patologia pregressa.
Inevitabile, di fronte a una simile emergenza, che le abitudini dei piemontesi possano cambiare nuovamente: le scuole infatti rimarranno chiuse fino al 15 marzo per decreto ministeriale.
“Non mandare a scuola i bambini è una delle misure più efficaci, la prima è l’isolamento. Questo è dimostrato da studi approfonditi ed epidemiologici” ha ribadito Icardi. Di certo, la situazione Coronavirus non verrà risolta in poco tempo: “Siamo all’inizio della curva, alla base. Quindi penso che durerà ancora per settimane”.
Ecco perché, per ridurre al minimo i contatti e gli assembramenti, non è utopico che nuove misure emergenziali possano essere nuovamente adottate per quanto riguarda i musei, i teatri, i cinema e le palestre.
“Se lo chiede a me, che mi devo occupare della tutela della salute, mi auguro ci siano misure restrittive. Tutto deve essere equilibrato all’economia, alla società. Se lo chiedete all’assessore alla Sanità vi dico chiudiamo”.