Buonasera,
i miei figli frequentavano un doposcuola in corso Torino. La sera del 7 ottobre siamo stati avvertiti dalla titolare che all’interno del doposcuola si erano verificati 2 casi di positività al Covid. Teniamo i bambini a casa già dall’8 ottobre e il giorno seguente viene fatto il tampone ad entrambi i bambini.
Lunedì 12 riceviamo gli esiti e la bambina risulta positiva. Ci mettiamo immediatamente tutti in isolamento (ma noi eravamo già a casa dall’8) e la classe della bambina entra in quarantena. Il giorno seguente veniamo contattati dal Sisp e ci viene comunicato che la bambina sarà in quarantena fino al 23 ottobre, mentre noi genitori dovremo stare in quarantena fino al 27 ottobre e sottoporci al tampone, che ci viene poi fatto sabato 17 e risulta negativo. Mentre alla classe di mia figlia viene sciolta la quarantena il 18 ottobre, cioè 10 giorni dopo l’ultimo contatto con la bambina (anche se, per un ritardo di comunicazione del Sisp, a scuola rientreranno effettivamente domani).
Ad oggi non siamo stati contattati per il secondo tampone della bambina, né rispondono alle mie innumerevoli e-mail o telefonate. Noi siamo chiusi in casa da 17 giorni, i bambini stanno perdendo giorni di scuola e noi genitori giorni di lavoro (io ho un’attività). Non vediamo una via d‘uscita a questa situazione. Non capiamo come mai a noi che abbiamo fatto il tampone, risultato negativo, siano stati dati 14 giorni di quarantena dal giorno della chiamata del Sisp e ad altri solo 10 dall’ultimo contatto. C’è una confusione enorme e questo provoca disagi a tutti. Altre famiglie di bambini che frequentavano lo stesso doposcuola mi risulta si trovino nella nostra stessa situazione.
Noi ci atteniamo alle disposizioni, però capisco anche chi ad un certo punto decida di uscire e tornare alla vita di comunità senza nessun ulteriore controllo. Segnalo che in questi 17 giorni di reclusione non abbiamo avuto nessun controllo per verificare se davvero stessimo rispettando la quarantena.