Ormai era per noi un’abitudine e una consuetudine incontrarli e sentirli salutare e agitare animatamente braccia e testa, per non perdere di vista tutti quelli che in quel momento li circondavano. Erano due gemelli non solo uniti nella biologia e genetica ma anche nel loro modo di approcciarsi alla vita.
Le loro voci erano inconfondibili. Ogni giorno partivano dalla loro abitazione e attraversavano, percorrendo la via maestra, Corso Alfieri, il centro della nostra città, per arrivare alla parte opposta. Da lì ripartivamo per rientrare nella loro casa.
A loro non sfuggiva nulla, ogni angolo nascosto e meno visibile e tutti erano trattati allo stesso modo. Portavano anche in giornate uggiose e fredde raggi di sole e calore.
Amavano stare in mezzo alla gente e parlare con tutti. Non avevano nessun pregiudizio e discriminazione. Ognuno di noi aveva un suo spazio e una sua importanza.
Bruno e Gianni facevano ormai parte della nostra vita e soprattutto della nostra città. Se ne sono andati insieme, a distanza di pochi giorni, uno ha richiamato l’altro con sé. Non avremo potuto comunque vederli separati e soli, dovevano per forza stare uniti.
Bruno e Gianni sono stati uniti nella vita e purtroppo lo sono diventati anche nella morte.
Grazie a due persone semplici ma comunque speciali che si sono contraddistinte soprattutto per la loro gioia e vitalità. Il maledetto Covid li ha strappati e li ha portati via e non li ha lasciato la possibilità di continuare la loro ormai consueta abitudine.
Grazie a loro abbiamo capito cosa voleva dire stare uniti e condividere ogni momento di vita quotidiana, ci mancheranno i loro saluti, abbracci e soprattutto i loro raggi di sole.
Renata Sorba