Ad Asti dal 25 al 31 agosto torna AstiTeatro, lo storico festival di teatro nazionale e internazionale, con la direzione artistica di Emiliano Bronzino, giunto alla 43esima edizione e co-organizzato dal Comune di Asti e da Associazione Craft, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando VIVA, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo e Progetto Teatro Ragazzi e Giovani Piemonte, con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Fondazione CRT, SCENA UNITA, Fondazione Cesvi, La Musica che Gira, Music Innovation Hub, Fondazione CrAsti, in collaborazione con Torino Jazz Festival Piemonte e Diavolo Rosso.
43 edizioni che dal 1979 hanno visto passare ad Asti infinite espressioni drammaturgiche e teatrali, co-produzioni internazionali con festival come Avignone, Santarcangelo di Romagna e Spoleto, oltre a innumerevoli prime nazionali. Asti da 43 anni è una città che respira teatro e che ha modificato il suo assetto architettonico anche in quest’ottica, con interventi di riqualificazione urbana che hanno portato a nuovi luoghi di aggregazione e, nel centro storico, suggestive location per spettacoli teatrali.
Mercoledì 25 agosto
20.30 Teatro Alfieri
Sesto Potere
Nascita di una democrazia violata dall’odio, dal denaro e dalla vendetta
PRIMA REGIONALE
Scritto e diretto da Davide Sacco, con Gianluca Gobbi e con Tommaso Arnaldi, Guglielmo Poggi, Valentina Violo e con la partecipazione in video di Francesco Montanari con la voce di Antonio Zavatteri Scene Luigi Sacco, Luci Francesco Barbera. Effetti sonori Pietro Lama. Costumi Isabel Passayan Corona. Aiuto regia Raffaele La Pegna. Responsabile di produzione Sara Valerio. Organizzazione Ilaria Ceci. Comunicazione Raffaella Martellotti ed Emiliano Luciani. Ufficio stampa Carla Fabi & Roberta Savona. Produzione LVF e Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Teatro Manini in collaborazione con AstiTeatro.
Dopo il quarto potere della stampa e il quinto potere della televisione, un sesto potere, molto più sottile, molto più infimo, che scivola tra gli smartphone, nelle notifiche Facebook e nelle stories su Instagram.
In un garage chissà dove tre ragazzi lavorano per un partito creando fake news per manipolare le elezioni. È l’ultima sera prima del silenzio elettorale e i sondaggi sono a loro favore, ma quando Malosi, un giornalista molto seguito, distrugge in diretta il vicesegretario del partito, crollano drasticamente. I ragazzi capiscono che l’unico modo per riportare la situazione a loro favore non è più creare false notizie sugli avversari, ma screditare direttamente il giornalista. In pochi minuti investono migliaia di euro e mettono in rete la notizia che Malosi ha preso dei soldi per pilotare la campagna elettorale. I ragazzi esultano quando il presidente di rete sospende la trasmissione di Malosi. Hanno raggiunto il loro obiettivo. Ma hanno anche finito il loro budget. I tre ragazzi sono molto diversi tra loro: uno è mosso dalla rabbia, ardore politico; un altro fa questo lavoro per soldi, la terza sembra avere per Malosi un odio personale. Quando gli hacker si accorgono di aver esaurito i fondi, iniziano a discutere pesantemente tra loro, fino a prendere la decisione che dovrà essere proprio il giornalista a risarcirli. In una pausa pubblicitaria lo raggiungono telefonicamente e lo ricattano...
Alle 22 nel cortile del Michelerio
Jackie
PRIMA NAZIONALE
Di Elfriede Jelinek, traduzione/drammaturgia Luigi Reitani/Werner Waas, con Romina Mondello. Scene Jessika Koba
Manichini Raffaella Montaldo
Costumi Pamela Aicardi
Luci Andrea Violato
Movimenti coreografici Artemis Danza – Monica Casadei
Assistente Mattia Molini
Musiche e suoni Andrea Salvadori
Video scenografia Marco Schiavoni
Regia Emilio Russo
Assistenti alla regia Claudia Donadoni e Federica Finotti
Produzione Tieffe Teatro Milano/CMC SOC. COOP.
Scritto nel 2002, due anni prima di ricevere il Nobel per la letteratura, il testo teatrale di Elfriede Jelinek mette al centro della sua indagine un personaggio controverso e, per molti versi inafferrabile, come Jacqueline Lee Kennedy Onassis, nata Bouvier. Jackie, appunto. Protagonista di una narrazione, dove diventa testimone a tratti feroce di un’epoca dove il sogno americano di democrazia e pace “un po’ alla buona” era governato dal potere di una famiglia che offuscava con il bianco splendente di sorrisi patinati, abiti e gioielli, figli biondi e felici, una trama fatta di segreti, malattie, sesso, alcol, droga e morte. Però i miti restano miti. E Jackie lì resta. E la Jelinek la vede ora e forse per sempre in un’altrove, che non è più la vita, dalla quale si è già congedata, ma nemmeno un aldilà, così come lo immaginiamo. Probabilmente è il paradiso o l’inferno in cui lei continua ad esistere nell’epoca della comunicazione di massa.
D’altronde quest’epoca è nata con lei. Colpisce l’utilizzo del tempo presente nella narrazione, come se Jackie potesse permettersi di vivere il tempo in maniera orizzontale e i fatti come se lei fosse lì in quel momento. Infatti il tempo continua ad esistere anche nel passato e si fa beffe di noi, del nostro presente, figuriamoci del futuro. Colpisce l’ossessione dell’autrice e del personaggio sull’immagine dei sedili posteriori della limousine presidenziale nel momento dell’omicidio di Dallas, forse il fotogramma più famoso della storia. Jackie dice che con quello sparo è finito tutto questo, anzi tutto è iniziato da quello sparo. Nell’unica didascalia la Jelinek invita a pensare al famoso tailleur rosa indossato a Dallas. L’altra ossessione è quella dei suoi “troppi” abiti, della “troppa” carne di Marylin, del “troppo” sesso di Kennedy. Il suo racconto è in apparenza privo di morale e di giudizio, quasi leggero, ma in realtà si sente tutto il peso della sua vita, dei suoi morti, dei tradimenti, della sua stanchezza, del suo essere icona per le edicole dei giornali.
Info e biglietti
Secondo le norme vigenti, per assistere a tutti gli appuntamenti del Festival è necessario presentare all'ingresso il Green Pass che attesti la somministrazione di entrambe le dosi di vaccino (o della prima dose da almeno 15 giorni), oppure la guarigione da Covid (validità 6 mesi), o l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato nelle ultime 48 ore.
Biglietti: 10 euro; 8 euro ridotto abbonati stagione Teatro Alfieri, over 65, under 35, possessori Kor Card e tessera plus Biblioteca Astense; 5 euro ridotto operatori. Biglietto speciale 5 euro per gli spettacoli Cenerentola-Rossini all’Opera e I Sognatori (fuori abbonamento).
Abbonamenti: 88 euro per 11 spettacoli.
Per gli under 25 speciale abbonamento gratuito a 3 spettacoli a scelta, con possibilità di acquistare biglietti aggiuntivi alla tariffa ridotti di 5 euro.
Prevendite aperte presso la biglietteria del Teatro Alfieri, in via L. Grandi 16, dal 23 al 31 agosto tutti i giorni dalle 10 alle 17 (sabato e domenica dalle 15 alle 17) e nei luoghi di spettacolo un’ora prima dell’inizio. Per informazioni e prenotazioni 0141.399057 - 0141.399040. Prenotazioni online su www.allive.it