Politica - 19 aprile 2022, 08:30

Querelle Asti Pride, Coppo: "L'eventuale patrocinio del Comune sarebbe di pura facciata, non si può dare a un evento di parte"

Anche il vicesindaco interviene in una nota stampa. "Un voto favorevole sarebbe figlio della sudditanza culturale e del racconto falsato dal mainstream, del timore di essere additati come omofobi"

Querelle Asti Pride, Coppo: "L'eventuale patrocinio del Comune sarebbe di pura facciata, non si può dare a un evento di parte"

Non si placa la querelle sulla manifestazione 2022 dell'Asti Pride. Dopo che l'associazione ha indetto una conferenza stampa lo scorso sabato per replicare alle dichiarazioni del sindaco Rasero, ora anche il vicesindaco Marcello Coppo interviene tramite una nota stampa.

"Ci sono argomenti che poco importano alla cittadinanza - scrive Coppo - ma che trovano molto spazio sui giornali e uno di questi è l’Asti Pride, molto capace a travestirsi da vittima". 

A detta del vicensindaco, che già in passato aveva espresso la sua posizione in merito, il problema non sarebbe la manifestazione in sé, perché "tutti sono liberi di manifestare".

"Non si può dare il patrocinio a una manifestazione di parte"

"Il non senso è il patrocinio - chiarisce - che non può essere dato a una manifestazione di parte, a una organizzazione che porta avanti una ideologia, quella gender, che nulla ha a che fare con la lotta alle discriminazioni ma che anzi ne porta avanti delle nuove, utero in affitto e terapie ormonali ai minori in primis". 

Coppo appare quindi di altro avviso rispetto al sindaco Rasero, ma concorda con il primo cittadino sul fatto che il percorso della manifestazione debba essere scelto dando il minor disagio possibile alla circolazione. 

"Una richiesta di patrocinio, ove venga pretesa pure l'adesione totale a tutte le istanze, comprese quelle più bizzarre, riteniamo non possa essere accolta neanche da chi votò a favore, questo anche solo per onestà intellettuale", aggiunge nella nota stampa.

"Sarebbe di facciata"

Il Pride 2019, il primo ad Asti, aveva ottenuto il patrocinio del Comune di Asti dopo una serie di difficoltà e ostacoli. Coppo, però, ritiene che "l’eventuale patrocinio non potrebbe che essere come quello del 2019 e quindi di pura facciata, in quanto, nemmeno chi diede il voto favorevole allora, ne condivideva appieno le idee. Un voto favorevole quindi figlio della sudditanza culturale e del racconto falsato dal mainstream, del timore di essere additati come omofobi". 

Il noto dell'area cattolica

Il vicesindaco attacca poi il centrosinistra, che invece appare compatto nell'adesione all'Asti Pride.

"Una mossa poco seria da parte dell'area cattolica di sinistra che, pur riconoscendosi in idee alternative alle nostre, ha come noi l'idea che siano insensate la pratica dell'utero in affitto, delle cure ormonali ai minori o l'identità di genere a giornaliero capriccio"

La questione sottopasso

Infine Coppo torna su un'altra problematica, che aveva generato diverse polemiche. La questione del sottopasso.

"Mentre “Sole che sorgi” non avrebbe avuto alcun problema a condividere lo spazio, dipingendo il tricolore, è stato l’Asti Pride a dimostrarsi intollerante e discriminatorio nei confronti di chi ha idee diverse e pure della bandiera italiana, anche questo è un fatto che dovrebbe far riflettere molto sulla deriva autoritaria di certa intellighenzia internazionalista globalista arcobaleno". 

Elisabetta Testa


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