Il Premio letterario “LGBTQIA+ Città di Asti”, istituito dal Comune di Asti per "sensibilizzare ai temi dell’omosessualità e della lotta per la parità dei diritti”, come scritto dall'assessore alla Cultura Paride Candelaresi, in questi giorni sta facendo discutere la comunità LGBTQIA+.
Dopo la comunicazione di ieri di Asti Pride (Clicca qui per leggere), a scendere in campo oggi con un'interpellanza, la consigliera comunale di Uniti si può Vittoria Briccarello, già presidente di Asti Pride.
La consigliera, che rimarca di voler parlare anche come rappresentante della commissione Cultura, di Asti Pride e della comunità LGBTQIA+, pone sul "tavolo" diversi punti.
Intanto la mancata adesione del Comune alla Rete Ready, ovvero la rete nazione di prevenzione all’omobitransfobia, una rete di cui fanno parte centinaia di città ed enti in Italia, considerato un unico sistema nazionale virtuoso e gratuito "atto a debellare le violenze per orientamento sessuale e identità di genere".
"Si tratta quindi - chiede Briccarello - della stessa Amministrazione che oggi indice un premio letterario, accompagnandolo con un regolamento dalla stesura alquanto superficiale (ad esempio l’utilizzo perenne del maschile non inclusivo)? La stessa amministrazione, tra l’altro, il cui ex vicesindaco attualmente diventato parlamentare con il sostegno dell’intera giunta parlava dell’identità di genere come di un “capriccio”, e sempre la stessa amministrazione che ha da poco sostenuto la candidatura di Gianfranco Imerito al Consiglio della Fondazione Asti Musei, lo stesso che definiva gli omosessuali partecipanti al pride come “facinorosi violenti”.
Non crede, insomma, Briccarello a un cambio di rotta dell'amministrazione sull'adozione di politiche davvero friendly e inclusive e porta degli esempi.
"Non si parla MAI di carriera alias negli uffici comunali o nelle scuole, il Comune non partecipa, sostiene o patrocina i laboratori scolastici a prevenzione del bullismo omobiatransfobico, il Sindaco continua a definire i pride come “gay” pride, forse dimenticandosi dell’esistenza di orientamenti sessuali differenti.
Subentra inoltre un aspetto ben più grave: la mancata convocazione della Commissione Cultura, non ritenuta necessaria nel momento in cui si è elaborato il concorso. Ora che io mi metta a sostenere che, prima di indire un premio letterario definiamolo “lgbtqia+” occorra convocare la Commissione presieduta da Fratelli d’Italia potrebbe sembrare quanto meno paradossale. E invece no. Sarebbe semplicemente corretto da parte dell’assessore alla Cultura e rientrerebbe nel buon funzionamento del Consiglio Comunale che il Presidente dello stesso ha il compito di garantire".
Quindi la contestazione parte dall'assunto che l'istituzione di un premio culturale debba essere comunicato alla commissione Cultura e rendere noto il bando e l'erogazione di fondi.
"Non vorrei essere fraintesa però, scrive Briccarello, l’idea che un’intera giunta di centro destra, con una parte di Fratelli d’Italia molto forte, abbia all’unisono indetto un concorso a premi per i diritti delle persone lgbtqia+, è sicuramente indicativo del vento che cambia. Vento che cambia per loro, non per noi che dalla parte dei diritti ci siamo sempre stati e state. A questa vicenda a cui mancano numerosi tasselli manca anche il più importante ovvero capire se il vento cambia anche per chi ogni giorno subisce violenza, bullismo, e aggressioni. Il Comune ora quindi non ha più scuse, indetta la competizione a premi, prevista l’erogazione di denaro pubblico, convinti Fratelli d’Italia e Lega che, a livello nazionale, non brillano per l’inclusività lgbtqia+, non può tirarsi indietro dal primo vero unico passo concreto da compiere: l’adesione gratuita alla Rete Ready.
In allegato l'interpellanza.