Nella stupidissima questione del volantinaggio fuori le scuole per il referendum dell’8/9 giugno fa sorridere questo: il completo distacco dei detrattori dalla realtà scolastica.
I ragazzi e le ragazze delle superiori (l’ultimo anno circa sono quelli che possono votare) leggono, studiano, ascoltano, alcuni si informano, altri no, alcuni hanno idee politiche, altri no, alcuni sono di destra e saranno di sinistra da grandi, altri il contrario, altri ancora sono anarchici e magari lo saranno per sempre, ma TUTTI hanno una testa pensante. Tutti hanno un cervello, ragionano e scelgono cosa votare.
Certo per loro questo referendum sarà la PRIMA votazione della loro vita, il primo timbro sulla tessera elettorale, il primo ingresso al seggio.
Ma potrà anche essere la prima volta che, sconsolati, decidono di non recarsi alle urne, convinti e convinte che il loro No e il loro Sì non conti nulla.
E invece che accompagnare il futuro del paese alla prima esperienza di cittadini attivi ci si fa le pulci su chi li manipola, chi li devia, chi li ‘compra’.
Una cosa è certa: quando avevo 18 anni se mi veniva detto di far una cosa 80 su 100 facevo il contrario, ma sempre di testa mia, quindi si rilassino i vecchi e i nuovi rappresentanti della politica locale, provino a ragionare sul perché compiuti 18 anni le persone abbandonano Asti invece che farsi la guerra preoccupandosi di ciò che accadrà nel segreto (silenzioso e intimo ma estremamente rivoluzionario) della cabina elettorale.
In sintesi: studenti e studentesse faranno cosa vogliono, ed è una delle poche certezze di libertà in questo paese.
Vittoria Briccarello - Consigliera comunale gruppo "Uniti si può"